Milano, serrande giù a Chinatown «Prudenza, situazione rischiosa»

I commercianti cinesi di Milano hanno scelto la massima prudenza chiudendo buona parte delle loro attività anche oltre l’orario imposto dalla Regione. La testimonianza di Marco Zhou, del ristorante Jubin

26 febbraio 2020 | 16:10
di Federico Biffignandi
La comunità cinese a Milano ha deciso di prendersi una pausa, almeno per quello che riguarda le attività commerciali. Una sorta di “quarantena volontaria” che la dice lunga sul senso di responsabilità che la stessa comunità sta dimostrando dal primo giorno di allarme coronavirus in Italia. E dire che non ce ne sarebbe un motivo in più rispetto a tutti gli altri italiani dal momento che vivendo e lavorando in Italia hanno le stesse loro probabilità di contagio.


Molti dei negozi cinesi sono chusi

«Ma è una situazione comunque pericolosa, che va gestita con attenzione per evitare che esploda. Sarebbe il caos», ha detto Marco Zhou del ristorante Jubin dove due settimane fa Italia a Tavola ed Euro-Toques hanno organizzato una cena per dimostrare il proprio supporto alla comunità cinese, bersaglio purtroppo dell’ignoranza di molta gente che l’accusa di aver portato il virus nel Belpaese.

Soprattutto all’interno di China Town molto degli esercizi commerciali hanno abbassato le saracinesche ampliando ulteriormente gli orari di chiusura già imposti da Regione Lombardia (chiusura di bar e pub dopo le 18 e stop ai centri commerciali nel weekend).


Marco Zhou, Enrico Derflingher, Lei Cai e Alberto Lupini

«Tanti hanno deciso di fermarsi - ha proseguito Zhou - anche noi abbiamo scelto di chiudere d’accordo con l’associazione ristoratori della nostra zona. È meglio così, è una questione di prudenza. Quanto potrà durare questa situazione? Io credo ancora un paio di settimane, ripeto: se esplode ulteriormente il fenomeno è un guaio per tutti».

Zhou è anche utile per avere notizia “di prima mano” dalla Cina: «La situazione sta migliorando da quello che ho potuto sentire in Cina - ha detto - la vita sta lentamente ritornando alla normalità, i morti e i casi di contagio stanno diminuendo. Speriamo che anche l’Italia possa rialzarsi in fretta».

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Alberto Lupini


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