Niente proroga della Cassa integrazione per il turismo organizzato: «Così andiamo ko»
Sei associazioni di categoria protestano ancora per le continue perdite. Occorre incentivare la ripresa dei flussi turistici, ma anche prolungare la Cig e prorogare le facilitazioni sugli affitti
Il turismo organizzato non smette di soffrire e chiedere aiuto, con la pazienza che ormai è finita. Meno di due settimane fa, le associazioni di categoria avevano messo sul tavolo alcune proposte che sarebbero servite alle imprese per uscire da due anni di blocco praticamente totale. Tra queste, anche la proroga della Cassa integrazione per dodici settimane, ma nel decreto Fisco-Lavoro, approvato in commissione e ora in Aula al Senato non c'è traccia.
A poco servono, avevano detto le associazioni, le aperture dei corridoi turistici se poi, a livello economico e fiscale, non si lavora per sostenere l'intero comparto. E oggi, si è punto e a capo, anzi un po' più giù.
Le associazioni di categoria: Allibiti dalla mancanza di aiuti
"Siamo allibiti per la sostanziale scomparsa della proroga Cig a beneficio dei settori più colpiti dalla pandemia dal decreto Fisco-Lavoro, approvato in commissione e ora in Aula al Senato”, scrivono in una nota congiunta Fto - Federazione Turismo Organizzato di Confcommercio, Aidit Federturismo Confindustria, Astoi Confindustria Viaggi, Assoviaggi Confesercenti, Fiavet Confcommercio, e Maavi Conflavoro.
“Un eventuale problema di coperture finanziarie per la modifica tanto attesa dalle aziende del nostro comparto aggiungono - non giustifica l'insipienza e l'insensibilità della politica nei confronti del segmento dell'economia italiana più flagellato dalla pandemia, dopo ben 20 mesi di blocco pressoché totale”.
Turismo organizzato in crisi
Pazienza ormai più che finita e via, dunque, alle accuse e alla necessità di sottolineare quanto siano contradditori parole e fatti: “Evidenziamo con forza che si sta avallando con colpevole negligenza lo smantellamento di un settore cruciale come il Turismo Organizzato. Sorprende che il G20 di ottobre abbia riconosciuto questo come il comparto più gravemente ridimensionato dall'emergenza sanitaria, che il Presidente del Consiglio Draghi abbia ripetuto più volte il concetto e che il ministro dell'Economia Franco lo abbia ribadito in audizione sul Ddl Bilancio, ma che poi il governo non faccia assolutamente nulla per traghettare il turismo oltre la pandemia. Ormai le risorse si sono completamente esaurite e molti imprenditori sono allo stremo delle forze”.
Come detto questo grido d'allarme è solo l'ultimo di una lunga serie. Quando il decreto era in corso di valutazione, le stesse associazioni avevano spiegato: “La strategia dei pochi corridoi turistici Covid-free aperti non è certamente sufficiente a risollevare un settore che, solo nel 2021, ha perso 11 miliardi su 13. Il comparto del turismo organizzato continua a versare in condizioni estremamente difficili e riteniamo che il governo debba rapidamente modificare approccio, garantendo più aperture sulle mete extra Ue in sicurezza, grazie a protocolli efficaci e privi di inutili rigidità. Altrimenti si favorisce soltanto l’illegalità e si fa il gioco di chi aggira le regole”.
Tema, quello dell'illegalità e dell'abusivismo, che colpisce tanto il turismo quanto la ristorazione e che dovrebbe poter bastare per porre rimedio presto e bene. Purtroppo però da parte del Governo vige ancora un atteggiamento attendista e poco volto ad aiutare questo settore (il più colpito, quello del turismo , dalla pandemia), con ripercussioni anche sulle famiglie, colpite da licenziamenti, chiusure e casse integrazioni. Che però ora, non ci sono più.
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Alberto Lupini
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