Nuovi focolai e test ai turisti Il Governo doveva agire prima

Confusione e ritardi negli screening sui passeggeri che rientrano in Italia dai Paesi “a rischio”. I focolai aumentano, l’esecutivo poteva muoversi con maggior anticipo e con misure più chiare ed efficaci. Per chi atterra a Orio al Serio i test saranno effettuati oggi presso Oriocenter, mentre da domani alla Fiera di Bergamo

21 agosto 2020 | 12:48
di Lucio Tordini
Manca solo un mese alla fine dell’estate e con l’arrivo dell’autunno cresce la paura per una nuova epidemia che potrebbe portare l’Italia ad affrontare un altro lockdown. Nonostante alcuni avessero ipotizzato un indebolimento del virus con l’arrivo delle alte temperature, ora ci ritroviamo ogni giorno con un bollettino dei nuovi contagi sempre più preoccupante. Nella giornata di ieri si sono registrati 845 nuovi casi di positività al Covid, il dato più alto dal 16 maggio scorso. Ma il fatto più grave - così come era già successo all’inizio della pandemia, tra febbraio e marzo di quest’anno - sono i ritardi e l’inadeguatezza delle misure messe in campo da parte dell’esecutivo (forse in questo momento troppo impegnato a gestire gli equilibri tra le forze di maggioranza per l’avvicinarsi delle elezioni del 20-21 settembre...). E intanto aumentano cluster e focolai su tutto il territorio nazionale, isole comprese (pensiamo ai focolai in Costa Smeralda e a La Maddalena, che in pochi giorni hanno fatto della Sardegna la regione con il più alto indice di contagi d’Italia in rapporto alla popolazione).


Confusione e incertezza per chi atterra nello scalo di Orio al Serio: da domani test alla Fiera di Bergamo

Con migliaia di italiani in movimento per raggiungere o tornare dalle località turistiche, era doveroso giocare d’anticipo e predisporre per tempo un monitoraggio esteso ed efficiente con test rapidi per tutti negli scali più affollati, sia navali che aeroportuali. L’ordinanza del ministero della Salute è arrivata tardi e ha lasciato aperti molti interrogativi. E a poco o nulla è servito il rimpallo di responsabilità tra Regioni, enti territoriali e Governo, dopo casi eclatanti come ad esempio il ritardo dei maggiori scali lombardi rispetto a quelli romani (che hanno avviato i controlli già da 5 giorni).



Ieri all’aeroporto di Malpensa è stato attivato lo screening all’arrivo per chi rientra dai Paesi considerati a rischio - Grecia, Spagna, Malta e Croazia - e nonostante i numeri di passeggeri da sottoporre al test fossero ben noti (tra i 4 e i 5mila giornalieri), solo un migliaio (per la precisione 1.085) hanno potuto effettuarlo, con precedenza per stranieri e lombardi, assieme ai cittadini che rimangono per più giorni entro i confini regionali. Secondo il direttore generale del Welfare della Regione Lombardia Marco Trivelli sono persone «che è difficile intercettare in altro modo». Scontate le perplessità e le proteste da parte dei cittadini di altre regioni, così come i disagi causati dalle procedure per la prenotazione del test (richiesta online da compilare in anticipo) e dal semplice reperimento di informazioni (linee telefoniche intasate).

Altrettanta la perplessità espressa dalle autorità laziali: «Non voglio credere che siano state date disposizioni simili - ha osservato l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato - i test fatti finora negli aeroporti di Roma riguardano per il 53% cittadini di altre regioni o Paesi». «Onore al merito a Fiumicino - ha replicato Trivelli - ma vorrei sapere se il Lazio ha organizzato l’80% degli accessi sul territorio, dove siamo completi su tutte le province e che costituiscono il canale principale per i controlli. Per me il problema sono le persone che non si segnalano. Invito i cittadini a farlo». L’obiettivo è fare lo screening al 100% dei rientranti, poiché «al momento sono la principale fonte di rischio: dai primi risultati il 4% è positivo, contro l’1% dei pazienti testati sul territorio».

Allo scalo varesino di Malpensa nella giornata di ieri diversi passeggeri dopo essersi messi in fila per effettuare il test, per poi scoprire di non essere tra le “priorità”. «Noi non siamo come gli altri? Ci siamo registrati nel portale senza problemi. Ora ci dicono che non possiamo fare il tampone. Tocca tornare a casa e aspettare per l’appuntamento. E se nel frattempo contagiamo amici e familiari?», ha dichiarato una giovane turista 24enne di Bologna di ritorno da Rodi con il fidanzato. Rimandati ai servizi di competenza territoriale anche alcuni piemontesi.


Malpensa e Linate hanno attivato lo screening in ritardo rispetto agli scali romani

«Abbiamo scoperto la notizia tramite i social - ha raccontato una giovane turista rientrata da Palma di Maiorca - non me l’aspettavo ma se va fatto lo faccio». «Il sito utilizzato per la registrazione ha dato qualche problemino - ha evidenziato un altro ragazzo - non voglio criticare l’organizzazione ma la fila mi pare enorme». L’accesso al sito sembra essere l’ostacolo maggiore, specie per chi atterra senza alcun preavviso riguardo la presenza del personale sanitario in attesa di effettuare a tutti il tampone.

E i dubbi maggiori sono quelli dei turisti che escono dall’aeroporto e non sanno quanto tempo ci vorrà per conoscere l’esito del test. «Dicono 72 ore, e che saremmo avvisati prima in caso di positività». Ma non si sa bene come comportarsi nell’attesa. «Qui ci hanno detto che possiamo svolgere la nostra vita di tutti i giorni. Sul sito di Ats però spiegano che si deve restare a casa e uscire solo per casi di emergenza. Praticamente dopo la vacanza ci attende una simil quarantena».

L’Ats, ha ammesso ieri Trivelli, «ha difficoltà a ricontattare le persone che si sono segnalate. In queste ore stiamo cercando di recuperare. Ci sono state 13mila segnalazioni che nei primi tre giorni non abbiamo avuto la forza di richiamare. Ieri abbiamo avuto 3.500 contatti ma di questi solo la metà sono diventate prenotazioni» per effettuare il tampone. L’obiettivo di Regione Lombardia con l’Ats Insubria è di raggiungere «1.500/1.800 tamponi al giorno a Malpensa».

Intanto nella serata di ieri sono arrivati alcuni chiarimenti da parte dell’assessore regionale lombardo al Welfare Giulio Gallera: «Gli spazi che in un primo momento erano stati individuati a Malpensa da Sea (società che gestisce gli scali lombardi) e Usmaf (Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera) avrebbero consentito l’attivazione di tre postazioni con la possibilità di eseguire 500 tamponi. Avevamo quindi stabilito alcune priorità che, nell’ordine, avrebbero privilegiato i turisti stranieri e i lombardi». L’ampliamento dei gazebo, con l’allestimento da oggi di altre postazioni all’esterno, dovrebbe permettere di aumentare l’attività di screening passando dalle 8 postazioni attuali a 20.


A Bergamo i test saranno effettuati con la modalità "drive-in", senza scendere dall'auto

Nella giornata di oggi è previsto il via ai controlli anche su chi arriva nello scalo milanese di Linate e, per chi ha già fissato un appuntamento, in quello di Orio al Serio (Bg). Confusione e incertezza per chi atterra nello scalo bergamasco: se nella giornata di oggi, venerdì 21 agosto, i test saranno effettuati presso l’adiacente centro commerciale Oriocenter, a partire da domani invece i passeggeri dovranno recarsi alla Fiera di Bergamo ed effettueranno il test senza scendere dall’auto. Ma sarà comunque necessario prenotarsi in anticipo.

«Dopo una serie di sopralluoghi tecnici - ha spiegato l’assessore Gallera - abbiamo individuato l’area della Fiera per l’attivazione delle postazioni per effettuare i tamponi, ritenendola idonea in termini di sicurezza e funzionalità. Abbiamo messo in campo un autentico lavoro di squadra coordinato dall’Ats di Bergamo. I volontari dell’Associazione Nazionali Alpini si stanno occupando di allestire l’area immediatamente dietro gli edifici della Fiera. Il personale sanitario del Gruppo San Donato effettuerà i tamponi ogni giorno dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19». La prestazione va prenotata tramite il call center del Gruppo San Donato, secondo le indicazioni riportate sul sito di Ats Bergamo.


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