Rimini, no all'alcol sul suolo pubblico? L'idea di Fratelli d'Italia non passa

La questione del consumo di alcolici sul suolo pubblico, fuori dagli spazi riservati ai locali, tiene banco ormai da diverso tempo in molte città italiane dove si accendono dibattiti soprattutto politici . La discussione è arrivata anche a Rimini dove la proposta del consigliere Gioenzo Renzi (Fratelli d'Italia) è stata respinta

13 settembre 2018 | 12:25
Renzi chiedeva appunto di proibire il consumo di alcolici di qualsiasi gradazione in città e di consentirlo solo nei locali o negli spazi fuori da essi. Italia a Tavola ritiene da sempre, e lo fa anche in questo frangente, che una richiesta come quella consigliere sia più che legittima e debba essere percorsa come succede soprattutto in Nord Europa. Viene da chiedersi perché bisogna consentire di consumare, spesso in modo scriteriato, alcol (anche eccessivamente) per le vie della città per poi sporcare le strade, le piazze, i marciapiedi quando le aree esterne ai locali sono invece attrezzate per consumare cibo e bevande con i dipendenti addetti a mantenere proprio la pulizia degli spazi. Ma, soprattutto, è sempre il tema sicurezza a tenere banco; è evidente quanto sia poco sicuro far circolare persone magari “alticce” in giro per la città, a maggior ragione se alla guida di veicoli, ed è chiaro che il rischio di bottiglie rotte, anche accidentalmente, non può non essere preso in considerazione per tutelare l’incolumità dei cittadini. Si è parlato del divieto di utilizzare bottiglie di vetro, ma davvero basterebbe?



Scendendo nel dettaglio della questione riminese, secondo il consigliere Gioenzo Renzi «bisogna poter intervenire sulle situazioni “fuori controllo” nei luoghi pubblici, sempre più “stabilizzate” sotto gli occhi di tutti, come di fianco al Mercato Centrale Coperto, al parcheggio della Stazione (Bike park), nei Giardini della Stazione, all’angolo di via dei Mille-Corso Giovanni 23°, sulle “gradinate” della piazza Cavour, in via Sigismondo ecc».

La risposta dell’assessore alla Sicurezza Jamil Sadegholvaad è decisa, ma non chiude tutte le porte: «L’obiettivo della mozione del consigliere Renzi - spiega - è quello di andare a stroncare alcune situazioni di degrado che si verificano in alcune zone della città, ma non è certo un’ordinanza che vieta tout court il consumo di bevande alcoliche sul suolo pubblico. Con il consigliere Renzi ho comunque preso l’impegno di approfondire la possibilità di mettere in campo strumenti mirati per intervenire su specifiche situazioni, ma come Amministrazione siamo da anni impegnati nel contrasto al fenomeno dell’abuso di alcolici, in particolare a tutela delle fasce più giovani di consumatori e più esposte ai rischi che ne derivano».


Gioenzo Renzi e Jamil Sadegholvaad

A Rimini quest’estate sono scattati provvedimenti di chiusura per 30 giorni per sei di attività aperte viale Vespucci, due in viale Regina Elena, due in viale Regina Margherita e uno in piazzale Benedetto Croce. In totale, 29 violazioni contestate per vendita di alcol in vetro dopo le 22.00 e 13.00 per vendita dopo mezzanotte (con quattro recidive). Cinque le violazioni all’ordinanza per la vendita di contenitori in vetro. Ben più gravi infine le 19 sanzioni (da 6.300 euro l’una) elevate per la vendita di alcol a minorenni.

Sulla questione è intervenuto anche il consigliere Simone Bertozzi (Pd): «L’idea di vietare il consumo di bevande alcoliche su suolo pubblico, in maniera tout court - osserva - è figlia di un pensiero miope e proibizionista che rischia di fare più danni che altro. Condivido la lotta del consigliere Renzi sull’abuso di alcol, soprattutto tra i giovani, ma sparare nel mucchio - andando a multare persino chi sorseggia un cocktail sotto la vecchia pescheria - mi pare una mossa controproducente e deleteria per una città turistica come Rimini. Tanto più che come al solito si rischia di agire soltanto sul piano della demagogia, ben consapevoli che sarà impossibile per la nostra polizia municipale andare a sanzionare tutte le violazioni ad un regolamento sempre più corposo».

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Alberto Lupini


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