Ristoranti, Iva uguale in tutta l'Ue Dalla Lega una richiesta all'Europa

L'Italia è tra i Paesi in cui le aliquote sono più alte in assoluto. L'europarlamentare Stefania Zambelli chiede alla Commissione che siano equiparate ovunque, per evitare di appesantire il turismo italiano

30 maggio 2020 | 15:56
Uniformare le aliquote Iva della ristorazione tra tutti i Paesi dell’Unione Europea, per evitare squilibri che possano creare, come nel caso dell’Italia, penalizzazioni non solo a bar e ristoranti, ma anche a tutto il settore del turismo. La proposta arriva dall’europarlamentare bresciana Stefania Zambelli (ID-Lega) che, attraverso un’interrogazione alla Commissione Ue, chiede all’Unione di equiparare tutte le aliquote per il 2020.

Stefania Zambelli

Con l’Iva ridotta al 10% e quella standard al 22%, l’Italia è uno dei Paesi che applica le percentuali più alte dell’Unione. I Paesi dell’Est applicano invece aliquote tra le più basse e persino Germania, Francia e Spagna fanno meglio del Bel Paese: la Germania ha l’Iva ridotta al 7% e la standard al 19%, la Francia ha la ridotta al 10% e la standard al 20% e la Spagna ha la ridotta al 10% e la standard al 21%.

«Questo crea diversi problemi di competitività dei prodotti italiani – spiega Stefania Zambelli – Ci sono Stati che versano una contribuzione Iva all’Ue con aliquote diverse tra loro: ad esempio l’Italia versa lo 0,3%, mentre Germania, Olanda e Svezia versano lo 0,15%».

Inoltre in questi giorni la Germania ha applicato un’ulteriore riduzione dell’Iva sui cibi dal 19% al 7%, proprio per sostenere il settore della ristorazione in questo periodo di emergenza da Coronavirus, «oltre ad aver previsto sovvenzioni fino a 15.000 euro per ristoranti e piccole imprese – dice ancora Zambelli – Condivido la dichiarazione di Sarah Ryglewski, Segretario di Stato alle finanze tedesco, secondo la quale “I bar e i ristoranti avranno bisogno di una spinta quando riapriranno” al punto che ho intenzione di sollecitare la Commissione affinché intervenga armonizzando le aliquote verso il basso, correggendo le riduzioni delle agevolazioni concesse al alcuni Stati membri, uniformandole per tutti gli Stati dell’Unione».

«Sono consapevole – conclude Stefania Zambelli - che sostenere la ristorazione significhi per l’Italia rilanciare anche il turismo, un settore che sta soffrendo e la cui sofferenza rischia di avere gravi ripercussioni sul sistema economico. Il comparto segna vitali punti percentuali sia del Pil italiano che della zona Euro. Per questa ragione mi sono già attivata per cercare di far arrivare più sostegno possibile al nostro Paese, che non merita nemmeno la discriminazione che rischiano di causare i recenti accordi bilaterali fra alcuni Stati membri sul turismo, tali accordi limiteranno la circolazione dei cittadini verso i Paesi più colpiti dalla pandemia. Una follia contro la quale è mia intenzione fare tutto quanto possibile per fermarla».

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Alberto Lupini


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