Ristoratori a Draghi: Ok cambi di colore ma non chiudiamo. Usiamo il green pass

La Fipe ha inviato una lettera al premier con la quale propone di ampliare l'obbligo della certificazione verde al peggioramento della situazione regionale invece che procedere con le chiusure . Una soluzione equa che mira a sensibilizzare la popolazione sul vaccino e a mantenere le imprese aperte e più sicure del lavoro

20 agosto 2021 | 12:22

La Federazione italiana pubblici (Fipe) esercizi scrive al Premier, Mario Draghi per proporre una soluzione che sembra valida ed equilibrata per utilizzare al meglio il green pass e scongiurare chiusure diffuse tra l'autunno e l'inverno. In una lettera, Fipe propone di ampliare gradualmente i luoghi dove rendere obbligatorio il green pass nel momento in cui una regione cambia di colore invece che provvedere alla chiusura dei luoghi stessi.

Green pass, la variabile rispetto alle altre ondate

Il ritorno alla stagione delle misure restrittive sulle imprese - che ormai si avvicina - deve essere scongiurato in ogni modo del resto perchè un altro anno di perdite sarebbe da ko. E se fino ad inizio anno non c'era il vaccino e l'idea del green pass, ora invece sì per cui utilizzarlo in modo efficace è doveroso, è lo strumento migliore per mantenere l'economia aperta e attiva.

Perché ciò si realizzi - propone la Fipe - occorre collegare l’utilizzo progressivo del Green pass all’evoluzione del quadro epidemiologico prevedendo che il cambio di colore delle regioni si accompagni proprio ad un uso più estensivo del certificato.

Fipe sta lavorando sodo sul green pass su più livelli. Come abbiamo raccontato in questo articolo, è in costante contatto con TripAdvisor per evitare che i soliti leoni da tastiera utilizzino il portale di recensioni per insultare i ristoratori che si "permettono" di ricordare che per accedere all'interno del locale serve la certificazione.

Gli obiettivi della proposta

In questo modo si raggiungono tre risultati: si incentiva la campagna di vaccinazione; non si penalizza la stragrande maggioranza degli italiani che hanno scelto responsabilmente di vaccinarsi; non si ferma neppure una sola impresa.

La posizione di Stoppani (presidente Fipe)

“Serve un cambio di passo - sottolinea Stoppani - per fare in modo che la massiccia campagna vaccinale non solo prosegua speditamente ma serva proprio a coniugare la tutela della salute con la salvaguardia dell’economia. Ancora oggi, purtroppo, se peggiora il quadro sanitario si interviene con misure restrittive sulle imprese. Ora, con 36 milioni di persone vaccinate con doppia dose, è possibile cambiare approccio. La nostra proposta è quella di estendere progressivamente l’uso del Green Pass, collegando i livelli di rischio con cui si classificano le regioni all’utilizzo progressivo della certificazione verde: man mano che peggiora il quadro sanitario, si amplia la platea di attività e servizi nei quali si accede con il Green pass».

 

«Ci sembra il modo migliore per incoraggiare la campagna di vaccinazione - spiega Stoppani - tutelare la libertà di chi ha scelto responsabilmente di vaccinarsi e superare definitivamente la faticosissima stagione delle chiusure o limitazioni alle attività, in particolare proprio dei Pubblici Esercizi. È anche una questione di equità: dopo molti mesi di sacrifici, sarebbe infatti incomprensibile ricadere nelle maglie di nuove chiusure e restrizioni per causa di chi, dopo nove mesi di campagna vaccinale, sceglie ancora oggi liberamente di non vaccinarsi, aumentando con questa scelta individuale il rischio collettivo di assumere nuovi costosissimi provvedimenti, in termini sanitari, economici e sociali».

Se il Governo chiude ancora, allora mente

La proposta, come detto, sembra valida in concreto e per principio. Avere a disposizione il vaccino toglie al Governo le tante "scuse" utilizzate da febbraio 2020 ad oggi per chiudere determinate attività (bar e ristoranti su tutti) per cui è ora che lo strumento dia i suoi benefici non solo a livello sanitario, ma anche sociale ed economico. Qualora ciò non dovesse succedere si solleverebbe la maschere ad un sistema politico già contestato, traballante, poco comprensibile ma di cui ci si è sempre "fidati", contando sulle buone intenzioni. Se ad ottobre la prima idea di Draghi e compagnia dovesse essere quella di chiudere, meriterebbero una rivolta popolare.

Perché gli imprenditori crollerebbero e i vaccinati, che hanno anche rischiato qualcosa pur di mettere in sicurezza il mondo intero, si ritroverebbero ancora chiusi in casa, con due buchi nel braccio e un pugno di mosche in mano. Pronto da sferrare in piazza perchè, purtroppo, le ultime chiusure hanno causato anche rivolte violente. Da condannare, ma comprensibili. Di mezzo c'è la vita di tutti.


 

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Alberto Lupini


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