Roma, la frenata dei turisti Pernottamenti in calo dell’1,8%

L’allarme arriva dall’indice di occupazione degli alberghi che nei primi tre mesi del 2019 è calato dell’1,8% rispetto allo stesso periodo del 2018. I turisti si stanno allontanando da Roma; in crescita le altre capitali . A rivelarlo è il “Revenue per Available Room”, un indicatore sottoscritto dall’Ente bilaterale del turismo del Lazio

21 maggio 2019 | 10:20
A disertare la Capitale è soprattutto il turismo di fascia medio-alta, lo stesso che negli ultimi 20 anni aveva permesso invece alla Città Eterna di recuperare punti nei confronti di tutte le altre capitali europee. I numeri relativi al primo trimestre di quest’anno sono inequivocabili: l’indice di occupazione negli hotel da tre a cinque stelle è sceso dell’1,8% rispetto all’anno scorso, con una disponibilità di camere di circa il 43%, in crescita rispetto al 41% di un anno fa.



Tutto questo, mentre le altre capitali europee, dove peraltro il costo del soggiorno è quasi ovunque più alto rispetto a Roma, fanno registrare una crescita dell’1,3%. Paradossalmente, infatti, la capitale d’Italia è una delle più economiche d’Europa: dormire costa in media 121 euro, contro i 161 di Amsterdam e i 191 di Parigi. A crescere, in fatto di occupazione di camere d’albergo, è soprattutto Vienna, che con il 63,7% delle occupazioni, ha fatto registrare un progresso del 4,6% rispetto al 59,1%.

E, pur non essendo una capitale, fa meglio di Roma anche Milano, dove l’indice di occupazione delle camere è salito dal 68 al 69%. Per fermare questo trend negativo, secondo Tommaso Tanzilli, presidente dell’Entebilaterale turismo del Lazio, bisognerebbe innanzitutto regolamentare il settore extralberghiero: «Parigi - ha detto - ha posto un limite sulle case vacanze: se un cittadino è proprietario di due appartamenti, non può adibirne uno a struttura ricettiva ma ne deve possedere un terzo, mentre a New York sono vietati gli affitti di appartamenti sotto ai 30 giorni a meno che non siano denunciati come strutture ricettive e quindi soggette al pagamento di oneri e tasse».

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Alberto Lupini


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