Ryanair, ancora stop fino a marzo 2018 Difficoltà per altri 400mila passeggeri

28 settembre 2017 | 10:49
Il decollo di Ryanair, così deciso che sembrava dover portare in orbita la compagnia aerea low cost irlandese, sembra placarsi. Dopo l’annuncio delle cancellazioni che aveva portato ad annullare 2.100 voli negando viaggi a 315mila passeggeri ma che avrebbe dovuto persistere solo fino a fine ottobre, ora ecco un’altra novità: La compagnia ha pubblicato oggi una nota nella quale annuncia che rallenterà la crescita prevista per la stagione invernale, facendo volare 25 aerei in meno a partire da novembre e 10 in meno da aprile 2018.



Questo stop impatta con cambiamenti di orari e programma su «meno di 400mila persone che hanno prenotato su quei voli», si legge nella nota ufficiale. Ryanair aggiunge che molti voli non hanno ancora prenotazioni a bordo. La compagnia specifica inoltre che chi è interessato dal cambio di programma ha ricevuto una comunicazione via mail, con un anticipo tra 5 settimane e 5 mesi, con l'offerta di un volo alternativo o di un rimborso pieno insieme a un voucher da 40 euro (80 per andata e ritorno) per prenotare altri servizi Ryanair nel periodo. Secondo il sito del Guardian, i voli cancellati tra novembre e marzo sarebbero circa 18mila.

La crescita mensile dal 17 novembre al 18 marzo rallenterà dal 9% al 4%, mentre il traffico annuale attualmente di 131 milioni di passeggeri si ridurrà a 129 milioni, che rappresenta comunque un +7,5% dallo scorso anno. Per la stagione estiva 2018, con la flotta che si ridurrà da 445 a 435 aerei, Ryanair prevede che il traffico al marzo 2019 rallenterà da 142 a 138 milioni di passeggeri (con un tasso di crescita del 7%).

Gli effetti non sembrano così devastanti dal punto di vista numerico anche perché è nota la capacità della compagnia di fare calcoli precisi e mirati, ma qualcosa probabilmente succederà. Forse ne risentirà la reputazione di Ryanair, forse altre compagnie low cost avranno maggior spazio per emergere, farsi conoscere e magari apprezzare e così gli aeroporti e le città “monopolizzate” dalla compagnia irlandese devono iniziare a mettersi in guardia. Bergamo ad esempio con l’aeroporto di Orio al Serio che sta trainando l’economia (e non solo) della città. Cosa ne sarà di tutti i progetti se Ryanair dovesse iniziare ad abbassarsi di quota? Esulterebbero sicuramente i comitati anti-Orio al Serio dei Paesi limitrofi all’aeroporto, ma tutti gli altri?

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Alberto Lupini


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