Salvini cede alla movida Sì alla vendita di alcol dopo le 3

Dopo il bollino blu per contrassegnare i locali più sicuri, il ministro dell’Interno intende togliere il divieto di somministrare alcolici a tarda notte. Una mossa, dice, «per contrastare l’abusivismo» . Una decisione che però preoccupa le associazioni delle vittime della strada, che hanno già annunciato proteste

26 giugno 2019 | 09:21
Per ora è soltanto una proposta, ma l’idea che il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha lanciato ai gestori delle discoteche, fa già discutere: sì alla vendita di alcol dopo le 3 del mattino in tutti i locali da ballo d’Italia.

In Italia è vietato somministrare alcolici nei locali dopo le 3 del mattino

La proposta arriva insieme all’annuncio dell’istituzione di un bollino blu per contrassegnare i locali “virtuosi”. Due novità che potrebbero prendere corpo a breve, come ha assicurato lo stesso Ministro: «Stiamo definendo un protocollo che sarà pronto la prossima settimana - ha detto - e che premierà chi garantisce più controlli, più legalità, somministrazione di alcolici solo a chi ne ha diritto, niente sostanze stupefacenti, telecamere di videosorveglianza. Parliamo di 2.500 locali sparsi in tutta Italia, di un comparto che fattura un miliardo legale e un altro miliardo in abusivismo».

Matteo Salvini

Salvini cede dunque alla movida, da un lato annunciando un’intensificazione dei controlli, dall’altra liberalizzando la vendita delle bevande alcoliche anche a tarda notte, un’idea - quest’ultima - che non piace alle associazioni delle vittime della strada che, annunciando iniziative di protesta, parlano del rischio di un incremento degli incidenti sulle strade. «La sola Ibiza fattura quasi quanto l'intero comparto italiano - è la replica di Salvini - e c'è anche da sostenere la concorrenza dei locali albanesi, sloveni, croati e dello "sballo" olandese e tedesco. L'Italia è l'unico Paese europeo che ha il divieto di somministrazione di bevande dopo le 3. Ma in questo modo si favorisce l'abusivismo di chi le vende all'esterno dei locali».

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Alberto Lupini


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