Sanremo, la pizza non “sfrutta” il Festival Cena di qualità per due a 21 euro
Da non crederci. Due pizze alla Napoletana (mozzarella, acciughe, capperi e olive) birra media, mezza minerale, caffe e coperto, totale: 21 euro. Guardo e riguardo lo scontrino fiscale, ma no, è tutto corretto
11 febbraio 2019 | 10:38
di Renato Andreolassi
Mercoledì 6 febbraio, pizzeria “Pinocchio” a Sanremo, dove mi sono recato per assistere ad una serata del Festival. Consueto appuntamento che mi “sciroppo” in nemmeno 24 ore: partenza alle 12 del 6 febbraio, rientro alle 4 del mattino dell’8 febbraio. Pomeriggio primaverile in riva al mare, sole e 16 gradi di temperatura.
Festival della canzonetta numero 69, che oramai non è più tale. Tanti sono infatti i significati che porta con sè: sociale, politico, istituzionale, ricreativo, culturale quasi fosse la vetrina di tutti i peccati e le virtù nostrane. Non solo musica, poiché attorno alla manifestazione canora gira un indotto di milioni di euro e consente alla Riviera Ligure di prepararsi all'apertura primaverile.
Settimane da tutto esaurito e pienone nei ristoranti e nelle trattorie. Ne ho avuto la prova cercando un desco libero per almeno un’ora. E a 200 metri dall'Ariston, defilata, in una viuzza laterale (Palazzo) semi nascosta dal gran circo canoro, un piccolo angolo di onesta cucina. Ho notato pulizia, velocità nel servizio, simpatia nell’accoglienza ed il binomio qualità-prezzo di assoluto rilievo.
Alle pareti tutti i protagonisti della fiaba di Collodi, disegnati a matita e poi - immancabile - un gigantesco Pinocchio con il lungo naso di giovanile memoria. Stavolta però, non ha raccontato bugie sulla genuinità della pizzeria che porta il suo nome. La ristorazione è fatta anche di piccoli, concreti e virtuosi esempi.
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Alberto Lupini