Sci, impianti chiusi dopo la ressa Mazzata sul turismo in Val d'Aosta

L'ultimo decreto del governo ha modificato comportamenti e stili di vita, innescando un inevitabile fuggi fuggi carico d’ansia. La chiusura degli impianti di risalita ha dato il colpo di grazia alla stagione . Per tutto il fine settimana le strutture della regione hanno funzionato a pieno ritmo, prima dell'improvviso stop

09 marzo 2020 | 15:30
di Gabriele Ancona
Venerdì 6 marzo, in viaggio per un reportage in Valle d’Aosta, il pensiero dominante è stato uno solo. Una regione toccata solo marginalmente dal coronavirus, con l’arrivo in massa dei lombardi per il classico weekend sulle nevi, può correre qualche rischio. All’arrivo a Champoluc, il paese è tutt’altro che deserto. Certo, scuole chiuse e smart working. Chi se lo può permettere è qui da una decina di giorni sulla scia di settimana bianca e Carnevale Ambrosiano. Ristoranti anche con doppio turno. Tutto regolare, secondo stagione.

La coda alla partenza della telecabina di Alagna

Il giorno seguente, alla partenza della telecabina che apre il versante orientale del comprensorio Monterosa Ski, poca affluenza. I posti a sedere sono fronteggianti, a un metro di distanza. Nessuna restrizione. Il problema sarebbe l’accalcarsi in coda, cosa che si è verificata per l’accesso contingentato alle cabinovie in Valsesia. Il comprensorio Monterosa Ski collega la Val d’Ayas (Champoluc), la Valle di Gressoney e la piemontese Valsesia (Alagna).

Un punto di ristoro sulle piste di Champoluc

Giornata tersa, punti di ristoro sulle piste affollati. Si contano sulle dita gli stranieri. In questo periodo, di solito, sono la maggioranza. «Ci sono state cancellazioni a raffica – ci spiegano in un bar – Non tanto per paura dell’epidemia, ma per evitare la quarantena al rientro».

In serata, la bozza del decreto che contiene le misure per contrastare e contenere il diffondersi del Coronavirus nella Regione Lombardia e in 14 province comincia a rimbalzare sui social come una pallina da flipper. Stati d’animo contrastanti: stupore, incredulità, rimozione, impulsività. Fatto sta che c’è chi ha cominciato di gran carriera a fare i bagagli e a scendere a valle.

Da oggi impianti da sci chiusi ovunque

Tutt’altra musica l’8 marzo al risveglio. Ovunque il rispetto di un metro di distanza, accesso scaglionato agli impianti “chiusi”, ma due alla volta anche in seggiovia. Poi la doccia fredda, anche se la notizia era prevedibile: “chiusura degli impianti di risalita per la stagione 2019-2020 a partire dal 9 marzo”. Si sbaracca tutto e chi non era già fuggito si prepara a partire. Ce la prendiamo comoda nel timore di intasamenti in autostrada. Rispettando il nostro turno, facciamo un minino di spesa al supermercato. Sullo scaffale c’è anche l’alcool, che acquistiamo a 1,65 euro al litro. A Milano un commerciante cialtrone ce lo aveva venduto un paio di giorni prima a 7!

Alle 19,30 siamo in auto, partenza per Milano. Valichiamo il confine alle 20,40.

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Alberto Lupini


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