Siccità, varato lo stato di emergenza: aiuti per cinque Regioni

Stanziati 36,5 milioni che verranno poi suddivisi fra Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna per compensare le spese finora sostenute e per ulteriori interventi sulle infrastrutture idriche

05 luglio 2022 | 10:54

Alla fine dal Governo è arrivato il via libera allo stato emergenza contro la siccità richiesto da giorni da cinque Regioni del Nord d'Italia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Piemonte. Complessivamente sono previsti 36,5 milioni. Lo stato di emergenza durerà fino al 31 dicembre e i fondi serviranno per contrastare la siccità e per potenziare l'adeguamento delle infrastrutture idriche. Le Regioni potranno anche ottenere i rimborsi per le spese ottenute finora per fronteggiare quella che viene da più parti definita la crisi idrica più grave degli ultimi 70 anni.

Nel frattempo Coldiretti chiede al Governo ulteriori fondi per aiutare le aziende agricole in difficoltà e per potenziare la rete dei bacini di accumulo, necessari per fronteggiare le carenze d'acqua nei mesi estivi. 

Siccità, dal Governo aiuti per 5 Regioni

Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Piemonte. Sono queste le Regioni che riceveranno dal Governo aiuti per fronteggiare la siccità. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato lo stato di emergenza che le Regioni avevano chiesto da qualche giorno. Nel dettaglio, sono stati stanziati 36,5 milioni di euro. Di questi 10,9 andranno all'Emilia Romagna, 4,2 al Friuli Venezia Giulia, 9 alla Lombardia, 7,6 al Piemonte e 4,8 al Veneto.

I fondi serviranno per recuperare le spese già stanziate per fronteggiare quella che viene definita la più grave crisi idrica in Italia degli ultimi 70 anni. Lo stato di emergenza nelle cinque Regioni resterà attivo fino al 31 dicembre 2022.

Lo stato di emergenza potrebbe inoltre coinvolgere nei prosismi giorni anche Umbria, Lazio, Toscana e Liguria.

Coldiretti chiede anche fondi per l'agricoltura

Coldiretti segnala che lo stato di emergenza per la siccità riguarda quasi la metà del Made in Italy a tavola (44%), con le Cinque regioni più colpite che rappresentano il 76% del grano tenero per fare il pane, l’88% del mais per l’alimentazione degli animali, il 97% del riso, ma allevano anche il 66% delle mucche e l’87% dei maiali nazionali. Per questo l'associazione che tutela gli agricoltori ha chiesto al Governo ulteriori fondi.

«Un territorio nel quale lavorano 225mila imprese che rischiano di chiudere i battenti sotto i colpi della siccità, con i danni che hanno già superato i tre miliardi di euro - ha spiegato Coldiretti - Il dimezzamento delle piogge nel 2022 ha avuto un impatto devastante sulle produzioni nazionali che fanno segnare cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle con le mucche stressate dal caldo afoso, del 30% per il frumento duro per la pasta nelle regioni del sud che sono il granaio d’Italia. In diminuzione di oltre 1/5 le produzioni di frumento tenero, ma crollano del 30% pure la produzione di riso, del 15% quella della frutta ustionata da temperature di 40 gradi, e del 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po, dove si allargano le zone di “acqua morta”, assalti di insetti e cavallette che solo in Sardegna hanno già devastato quasi 40mila ettari di campi».

L'appello di Coldiretti: «Sistemare gli invasi»

Sulla situazione pesa in maniera determinante la mancanza di una rete di invasi capace di trattenere l’acqua della pioggia. Ogni anno, secondo Coldiretti, l’Italia perde 500mila metri cubi di acqua al minuto che potrebbero invece garantire una riserva idrica a cui attingere nei momenti di siccità. Con più di ¼ del territorio nazionale (28%) che è a rischio desertificazione.

«Serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione – sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - Con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, abbiamo elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. Si tratta di 6mila invasi aziendali e 4mila consortili da realizzare entro il 2030 multifunzionali ed integrati nei territori perlopiù collinari o di pianura».

 

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Alberto Lupini


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