Sicurezza alimentare nella Gdo Il 70% delle insegne investe sempre di più

MarcabyBolognaFiere è la seconda manifestazione in Europa per il settore della Marca del Distributore e l’unica italiana dedicata ai prodotti di questo segmento. A Bologna il 16 e il 17 gennaio si svolge la 15ª edizione

15 gennaio 2019 | 15:31
di Gabriele Ancona
A una settimana dall’evento sono state presentate a Milano le linee generali della ricerca “Quale valore e quali sfide della Marca del Distributore oggi”. Lo studio, realizzato da The European House-Ambrosetti per conto dell’Associazione della distribuzione moderna (Adm), sarà il tema del convegno di apertura della fiera bolognese.

Presenti a Milano Marco Momoli, direttore commerciale BolognaFiere, Giorgio Santambrogio, presidente Adm, e Valerio De Molli, managing partner e Ceo di The European House-Ambrosetti. Il tavolo di lavoro ha messo a fuoco la sicurezza alimentare nella grande distribuzione.


Valerio De Molli, Giorgio Santambrogio e Marco Momoli

«Quest’anno - ha sottolineato Marco Momoli, in rappresentanza di Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere - al centro del dibattito poniamo la sicurezza, la tracciabilità e la qualità della Marca del Distributore, aspetti strategici sia sul fronte delle grandi insegne, ma anche su quello dei consumatori che con sempre maggior incidenza si rivolgono a prodotti a marchio del distributore riconoscendone qualità e innovazione».

Nel 2017 sono stati effettuati nei punti vendita della Grande distribuzione organizzata 2 milioni e 300mila test, tra pubblici e privati. Nello stesso anno nei 26 mila grandi e piccoli supermercati italiani le autorità competenti hanno effettuato 143 mila controlli e 100mila verifiche ispettive. Ogni punto vendita viene visitato tra le 5 e le 6 volte all’anno.

«Non c’è da stupirsi - ha annotato De Molli - che l’Italia sia al primo posto in Europa per quanto riguarda la sicurezza alimentare. Un primato, però, che risente di numerosi vincoli e oneri burocratici, un complesso ecosistema che coinvolge 25 istituzioni: 4 ministeri e 21 tra organi, enti e autorità».

Una garanzia che richiede l’investimento di ingenti risorse. «È tuttavia necessario - ha aggiunto Giorgio Santambrogio - attivare un miglior coordinamento tra i tanti enti preposti ai controlli, razionalizzandone gli interventi e assicurando unicità di interpretazione della medesima norma sul territorio. Dunque ben vengano i controlli, ma procediamo a una messa a punto del piano complessivo per evitare quelle procedure o incomprensioni che non generano alcun vantaggio sulla sicurezza, ma creano ostacoli e burocrazia dove invece ci dovrebbero essere efficienza e risultati».

La strada è comunque tracciata e il 70% delle insegne, è emerso dalla ricerca di The European House-Ambrosetti, ha aumentato gli investimenti nella sicurezza alimentare con una spesa annua che per alcune aziende può arrivare anche a 5 milioni di euro. Investimenti destinati a crescere ulteriormente nei prossimi cinque anni, specie in nuove tecnologie che renderanno più semplici ed efficaci i processi legati alla qualità e alla sicurezza: dal Qr Code per migliorare il controllo sullo stato di conservazione dei prodotti (smart label) alla blockchain per migliorare la tracciabilità, dal rating dei prodotti venduti on line al cloud per l’integrazione dei database e dei parametri per valutare i fornitori.

Il settore alimentare, del resto, ha un peso rilevante per la nostra economia. Nel 2017 ha fatturato 138 miliardi di euro. Sul territorio 56.750 imprese e 448.694 occupati. «Ottimo andamento anche per la Marca del Distributore – ha puntualizzato De Molli -. Rappresenta un terzo di tutta la crescita del Pil del Paese e tra il 2003 e il 2017 è cresciuta tre volte di più dell’industria alimentare ». «La Marca del Distributore - ha sottolineato Giorgio Santambrogio - ha un ruolo importante nel mantenimento del lavoro delle piccole e medie imprese nazionali».

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