L'enogastronomia dà una “scossa” per il rilancio delle Marche
12 dicembre 2016 | 10:02
di Carla Latini
I diplomati dell'Accademia Chefs di San Benedetto del Tronto
Fabio Cortellesi (nella foto in basso, terzo da sinistra) merita un capitolo a parte. Fabio è un poliziotto. Ex guardia del corpo di Giovanni Paolo II. Con Roberto Tomasone, agricoltore di zafferano, ha creato “Un cuore per ricostruire”. Comprano e rivendono prodotti del Piceno. Di chi è danneggiato e di chi lo è indirettamente. Ci sono delle zone dove non c’è più vita. Vincenzo Gagliardini, direttore commerciale di un noto salumificio e di una cantina di Matelica, si sfoga con me contro la concorrenza sleale. Una fiamma che si spegnerà. Ne sono certa. Come certo ne è Maurizio Digiuni, cuoco senior di esperienza classica, in questo periodo in ferie, che si adopera senza sosta. Farà lui il cenone per Un Cuore per Ricostruire. All’Accademia Chefs insegna anche Errico Recanati. La sua iniziativa è Coraggio Marche. Un portale on line con gli indirizzi e i contatti dei produttori. Così l’aiuto è diretto. Come fa Monica Bordoni che va dagli artigiani, acquista e rivende sul suo I Love Sibillini. A proposito di pranzi, cene ed eventi pro terremoto unica nel suo genere è stata quella di Nikita Sergeev: tre giorni di incassi donati alla Croce Rossa. Un menu con amatriciana e vincisgrassi ad offerta.
Anche la Festa dei 30 anni del Gambero Rosso ha contribuito con un’asta/lotteria a favore del Banco Alimentare Marchigiano. Quella sera ho visto Andrea Giuseppucci. Il suo ristorante è inagibile. La scossa di domenica mattina lo ha scosso. Mi parla con dolcezza e con dolore. Andrea se ne va dalle Marche. La sua notoriatà gli permette di scegliere. Ha voglia di concreto, di finire l’anno con il segno più. È stanco di correre dietro a stelle e punteggi. Scelta che Paolo Paciaroni ha fatto da un anno. Prima del terremoto. Una scelta difficile e sofferta. Ma ora sta bene. Fuori dalle Marche.
Chi rimane attaccato alla sua terra e chi va via, con grande dolore. Fiorella Ciaboco, stilista marchigiana con atelier a Milano, ha fatto un marchio difendiamoilmadeinmarche. Nel suo locale vende i prodotti degli artigiani terremotati e di quelli vicini alla causa. La morale, se c’è una morale, è fidarsi delle persone, conoscerle. I personaggi che vi ho raccontato, ognuno a modo suo, si stanno sbattendo perché nessuno dimentichi. Perché non è finita qui. Stiamo ricominciando e siamo solo all’inizio. Coraggio Marche!
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Alberto Lupini