Allena il palato, studia e sa scrivere L'identikit del critico gastronomico

“Non posso considerarmi un cuoco, ma ho una vera passione per il buon cibo e il mangiar bene”. È possibile trasformare un’affermazione di questo tipo in un mestiere nel panorama food&wine? La risposta è sì

01 maggio 2019 | 14:40
Si chiama critico gastronomico ed è una delle figure professionali di maggior tendenza degli ultimi tempi. Show televisivi, redazioni giornalistiche, libri a tema food, manifestazioni gastronomiche e workshop: sono davvero tante le occasioni per ricoprire il ruolo di critico, soprattutto se consideriamo le possibilità offerte dalle piattaforme digitali come blog, social network e canali YouTube.



Tutti voglio diventare critici gastronomici, ma nessuno sa come si fa. Prima di vestire i panni di uno dei ruoli più belli al mondo, è importante capire quali siano i “primi passi” per diventare un esperto di buona cucina. In questo articolo cercheremo di fornire gli aspetti che definiscono l’identikit dell’aspirante professionista enogastronomico, elencando i prerequisiti necessari per ritagliarsi il proprio orticello di successo all’interno di questo ambiente.

Partiamo, quindi, da una delle domande fondamentali: Di cosa si occupa un critico gastronomico? Il principale compito di un critico è di esprimere giudizi obiettivi riguardanti la cucina e il servizio offerto da parte di un ristorante, attraverso la stesura di una “recensione”.

A tal proposito, è essenziale munirsi di un’eccellente capacità di giudizio, coltivabile solo con lo studio quotidiano delle tecniche e delle tendenze di settore (pratica necessaria per fare paragoni ed esprimere giudizi).

Altra caratteristica da avere sempre a portata di mano è l’obiettività, indispensabile per esprimere opinioni imparziali e oneste. Infine, l’ultima qualità da possedere è una forte indole per la scrittura. È, infatti, molto difficile poter redigere commenti e articoli senza una competenza avanzata in giornalismo e scrittura editoriale.

Una volta acquisiti i tre fondamenti, occorre metterli in pratica. Esistono, infatti, numerosi metodi per affinare il proprio stile e metro di giudizio:
  • Allenando costantemente il palato, assaggiando materie prime e ricette sempre nuove (ad esempio, iniziando a cucinare e a ordinare piatti che non si conoscono).
  • Esercitandosi con la stesura di articoli, scrivendo di argomenti diversi e interessanti.
  • Alimentando le proprie conoscenze continuando a leggere notizie di settore e, ovviamente, frequentando ristoranti di ogni tipo.
  • Se possibile, iscrivendosi a corsi di cucina di alto livello, in modo da conoscere le reali difficoltà e i metodi di lavoro che si celano dietro ogni portata.

Solo alla fine di questo percorso fatto di “tanta teoria e molta pratica” sarà possibile inoltrare la propria candidatura a giornali e riviste di settore, provando così a diventare autentici critici gastronomici di professione.

Per informazioni: www.jacleroi.com

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Alberto Lupini


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