Un tour dei rifugi nel bresciano per scoprire luoghi e sapori inesplorati
19 giugno 2017 | 09:34
di Renato Andreolassi
Lodevole l'iniziativa perché porta fra le vette tanti appassionati e non, a scoprire luoghi unici raggiungibili "scarpinando" per ore. A far da sfondo baite e pascoli, cascate e ruscelli per ora ancora ricchi d'acqua. Lasciate le scene bucoliche vale la pena anche soffermarsi sui gestori dei rifugi alpini, vere e proprie sentinelle a salvaguardia e tutela della montagna. Ci riferiamo ai gestori ad esempio del Tita Secchi al lago della Vacca, retto da Baccanilli, oppure al Tonolini o al Premassone di Sonico, e soprattutto al bergamasco Tagliaferri nella splendida Val di Scalve, guidato con grande saggezza da Francesco. Ne riparleremo.
Uomini e donne per i quali la montagna non rappresenta solo una ragione di vita ma è la vita stessa. Ma, come sempre vi è un ma. L'anno scorso abbiamo sperimentato in alcuni rifugi veri e propri assalti alla diligenza. Bottigliette d'acqua da 50 cl fatte pagare fino 3 euro, bibite oltre i 5 euro, un contorno di polenta 3 euro per non dire dei primi e dei secondi a prezzi da ristoranti stellati.
Alle nostre lamentele la consueta risposta, «mai voi sapete quanta fatica costa portare i viveri in montagna?'». Certo che si, ma tutto deve avere un equo prezzo. Ecco, noi quest'anno torneremo a visitare i rifugi per fare qualche raffronto. E vogliamo ricordare che la Regione Lombardia anche nel 2017 ha assegnato sostanziosi contributi pubblici a chi lavora fra le vette e mantiene i sentieri. Una buona accoglienza passa anche attraverso un prezzo onesto.
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Alberto Lupini