Turismo nelle destinazioni più trendy Le mode passano...
Giunti al termine dell’estate, intesa come alta stagione per le destinazioni leisure in particolare di mare e montagna, si tirano le somme su numeri e successi, o insuccessi
05 ottobre 2018 | 08:37
di Alessandro D’Andrea
Solo l’aumento dei prezzi e il sempre maggiore affollamento di persone che erano attratte, oltre che dalla bellezza del posto, proprio dalla sua frequentazione da parte di Vip, erano gli unici cambiamenti e non erano sufficienti a soddisfare il desiderio di tale destinazione rispetto ad altre (qualcuno poi ci dovrà spiegare quale sia la soddisfazione di voler andare in vacanza dove si trovano anche il cantante preferito o il conduttore televisivo famoso che tra l’altro proprio in quei frangenti di vita privata come le ferie sono, giustamente, ancora più inavvicinabili...).
La questione è che certe destinazioni sono considerate “di moda” e quindi godono di un certo fattore attrattivo a prescindere. Poi però col tempo scema tutto l’interesse se non si attuano quelle strategie tali per cui si riesca a mantenere alta la curiosità, mostrare novità, offrire stimoli nuovi: dai locali ai servizi, dalla cura del territorio alla possibilità di riservatezza, alle innovazioni... Dipenderà dalle amministrazioni locali, dagli attori del turismo, a volte dal meteo, o probabilmente dalla concomitanza di tutti questi fattori. Qualcuno però deve fermarsi a pensare - e deve farlo prima che sia troppo tardi - che anche le destinazioni turistiche devono essere “gestite”, proprio come si fa per un’azienda, valutando quindi di tanto in tanto quali sono gli interventi necessari per mantenerla al passo coi tempi (rappresentati dalle aspettative degli avventori, siano essi abituali o occasionali).
Ma in Italia ancora troppo spesso si pensa che nel turismo si possa “vivere di rendita” mentre è ora di aprire gli occhi ed avere il coraggio di confrontarsi con quei Paesi che, oltre a non avere la nostra fortuna di poter godere di bellezze naturali, storiche, architettoniche, culturali, ecc., hanno capito che bisogna sempre intervenire con un piano strategico e di sviluppo per poter competere. Nel nostro Belpaese già in passato abbiamo sofferto del calo di attrazione di alcune destinazioni storiche: Firenze e Venezia per questioni di costi insostenibili, Roma per le condizioni di degrado della città e la totale inefficienza di alcuni servizi tra cui in primis i trasporti, ed ora anche alcune destinazioni della Puglia e della Sicilia, perché sono diventate “noiose”.
Se rapportiamo il tutto alla gestione di un’azienda, ogni anno in fase di stesura del budget per l’anno successivo si valutano tutti gli interventi e investimenti necessari per mantenere la struttura funzionale, attrattiva e competitiva, rispetto alla concorrenza e della domanda, affinché si possano soddisfare le aspettative di tutti gli ospiti. Anche chi gestisce le destinazioni dovrebbe essere in grado di valutare di tanto in tanto quali sono le necessità per essere all’altezza del mercato, senza mai dimenticare che i ricavi non si ottengono solo dalle tasse dirette che vengono applicate agli operatori o ai consumatori, ma anche grazie dall’indotto delle spese che affrontano i turisti sul territorio. Per stimolarli a spendere, però, bisogna offrire in cambio beni e servizi all’altezza; soprattutto quando si è in vacanza, se viene proposto qualcosa di interessante si è anche propensi a spendere qualcosa di più, ma bisogna essere soddisfatti.
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Alberto Lupini