Turismo medicale, l’Italia zoppica Arrivano 5mila stranieri all’anno

Per 5mila stranieri che arrivano in Italia per curare la propria salute ce ne sono 200mila che emigrano all’estero, per risparmiare. È quello che si chiama turismo medicale che muove milioni di persone nel mondo

13 febbraio 2018 | 10:24
I dati sono emersi nel corso di un convegno organizzato alla Bit da Intercare, la prima Fiera e Congresso internazionale di turismo medicale, dal titolo “Turismo medicale: una risorsa strategica per il sistema turistico e sanitario italiano”. Le persone che escono dal proprio Paese per curarsi sono 14 milioni - di età compresa tra i 45 e i 64 anni - il 70% lo fa per cure estetiche, riabilitative, per migliorare il proprio stato psicofisico, ad esempio con un soggiorno alle terme.



Secondo le stime dell’Osservatorio Ocps-Sda Bocconi il turismo medicale genera nel Paese un valore pari a 2 miliardi di euro (che potrebbero raddoppiare implementando l’offerta) ma il saldo, come abbiamo visto, è ancora assai negativo. I 5mila stranieri arrivati in Italia provengono principalmente da Paesi benestanti come Paesi Arabi, Russia, Svizzera e Balcani. Perché arrivano in Italia? Sono spinti dalla ricerca di trattamenti ad alto tasso di specializzazione in neurologia, cardiochirurgia, oncologia. Al contrario i 200mila italiani che che sconfinano lo fanno per benessere cercando prevalentemente prestazioni meno care in chirurgia dentale, estetica e ricostitutiva, trapianto dei capelli.

«La posta in palio è alta - afferma Alessandro Santambrogio, cofondatore e direttore marketing di Intercare - il costo sempre minore del trasporto aereo ha notevolmente migliorato l’accessibilità alle cure, soprattutto per pazienti che provengono da Paesi con sistemi sanitari carenti o che hanno lunghe liste di attesa. Questo fattore, unito alla disponibilità sempre maggiore di informazioni sul web, traina la crescita di un comparto che, in poco tempo, ha raggiunto valori considerevoli e continua a crescere a ritmo sostenuto».

Una ricerca della Commissione trasporti e turismo dell’Unione europea, della scorsa estate, ha fatto il punto sul fenomeno: all’interno dei 28 stati dell’Unione sono stati registrati 56 milioni di arrivi nazionali e poco più di 5 milioni internazionali. Di questi, il 4,3% era legato a motivi di salute (quasi il 6% degli arrivi nazionali e poco più dell’1% di quelli internazionali), con un valore globale di 47 miliardi di euro, il 4,6% del fatturato dell’intero comparto turistico europeo. Più elevata l’incidenza della salute nella motivazione dei viaggi in entrata da paesi extra Ue, che arriva al 6% del totale.

Le motivazioni principali che spingono a spostarsi per curarsi sono rappresentate dal costo del trattamento, da lunghe liste di attesa, dalla ricerca di specialisti di alto livello o terapie non disponibili o non accessibili nel proprio Paese, per esempio, per normative legali. Il Turismo medicale si può dividere in tre categorie principali: Health (trattamenti salva vita o per prolungarla), Care (riabilitazione o chirurgia estetica); Wellness (miglioramento dello stato psicofisico generale come le terme). I 5mila pazienti arrivati in Italia nel 2015, hanno speso mediamente pro capite da 20 a 70mila euro per le terapie. I principali ospedali italiani per numero di pazienti trattati provenienti dall’estero: Ieo Istituto europeo di oncologia: 1.300 con crescita del 30%; Gruppo San Donato, 870, +10%; Humanitas, mille, +20%; Gruppo Centro di Medicina, 370, +15%.

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Alberto Lupini


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