Il turismo punta sempre più al cibo Non sprechiamo questa opportunità
Quella del turismo enogastronomico è una partita che l'Italia non può non giocare. Ristoranti, bar, produttori o mercati sono mete di viaggi organizzati o fai-da-te. Ma servono interventi per sostenere questo trend
28 gennaio 2019 | 15:38
di Alberto Lupini
Quella che era una tendenza segnalata da tempo, è ora diventa una certezza statistica grazie al Rapporto sul turismo enogastronomico dell’Università di Bergamo, che segnala come in un anno questa “motivazione” è cresciuta di quasi il 50%. Nel momento in cui crollano molti miti della globalizzazione e i nazionalismi si impongono, creando non poche preoccupazioni, possiamo avere almeno la fortuna che per prestare più attenzione alla nostra identità non si può non pensare a una delle cose che più ci contraddistingue come italiani e che piace agli altri: la cultura della tavola e dell’accoglienza.
Ristoranti, bar, produttori o mercati sono le destinazioni preferite, in logiche di tour organizzati o di fai-da-te. Se di preferenza gli italiani preferiscono viaggiare per il Belpaese, magari anche per ragioni di costo, sta di fatto che connazionali e stranieri hanno come obiettivo tipicità e cibo o vino in qualche modo garantiti. Sempre di più, la parola d’ordine è “esperienza”.
In proposito va però detto che in Italia siamo ancora in una dimensione artigianale rispetto a quello che altri Paesi, con molta meno qualità e ricchezza di offerta, fanno da anni. Le aziende non sono per lo più in grado di offrire visite davvero qualificate (la dimensione piccola delle nostre cantine impedisce ad esempio di avere personale dedicato o spazi di degustazione capaci di ospitare i viaggatori di un pullman...). Le istituzioni, nonostante i tanti proclami, sembrano disinteressarsi (se non remano contro) di un comparto che potrebbe offrire opportunità enormi per uno sviluppo virtuoso e “pulito”. È vero che l’attuale Governo ha unificato i ministeri delle Politiche agricole e del Turismo e Centinaio è un entusiasta sostenitore di questa svolta. Ma non si può dimenticare che la fusione è ora bloccata per errori di procedura amministrativa, mentre sono invece in vigore i provvedimenti capestro del “decreto dignità” che, cancellando i voucher per i ristoranti e per gli hotel, hanno messo una zeppa all’attività di accoglienza di tante piccole imprese che sono la prima linea del turismo.
Servono interventi urgenti e ben fatti per sostenere questo trend. Ed è su questo tema che inviteremo i maggiori protagonisti del settore ad un confronto pubblico in occasione del nostro evento Premio Italia a Tavola a fine marzo ad Artimino.
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Alberto Lupini