Unesco, la Francia candida la baguette?

La conquista dell’Italia che ha portato l’arte dei pizzaiuoli a diventare Patrimonio dell’umanità non ha lasciato indifferenti i francesi che ora vogliono candidare la baguette, prodotto simbolo della loro cultura

15 gennaio 2018 | 16:28
A lanciare l’idea addirittura il presidente Emmanuel Macron durante l'incontro per una cerimonia d'auguri con i maitres boulangers. La proposta, come riferiscono i media francesi, è stata accolta dal titolare dell'Eliseo con grande entusiasmo. «Conosco i nostri panettieri: hanno visto che i napoletani sono riusciti a far entrare la loro pizza nel patrimonio mondiale dell'Unesco e si sono detti: perché non la baguette? E hanno ragione!».


(foto: Repubblica.it)

L'iniziativa era stata annunciata dal presidente della Confederazione nazionale della panetteria-pasticceria francese, Dominique Anract, secondo il quale «la baguette è come la Tour Eiffel, uno dei principali simboli della Francia». Adesso l'associazione ha chiesto ufficialmente a Macron di appoggiarne la candidatura. Il tipico filoncino che spunta da tutte le borse della spesa in Francia (divertente vedere anche come alcuni signori lo portino sottobraccio mentre leggono il giornale) è caratterizzato da una forma allungata. La vera baguette si distingue per la crosta ben dorata, croccante e la mollica soffice, piuttosto compatta, sviluppata da una lievitazione lenta. Lunga circa 65-70 centimetri, per una larghezza di 5 o 6 e altezza di 3-4. Impossibile confonderla con altri formati.

Ma se in Francia fanno un parallelismo pizza-baguette, dall'Italia c'è chi rilancia: «L'ltalia può sostenere con forza la richiesta per la tutela del Prosecco dopo quella ottenuta dallo Champagne nel 2015». Lo afferma la Coldiretti, sottolineando che le bollicine italiane vendute all'estero sono state il doppio di quelle francesi nel 2017. La candidatura delle "Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene", dicono dall'associazione dei coltivatori, è stata presentata ufficialmente dall'Italia quasi un anno fa con la delibera del 26 gennaio 2017 della Commissione nazionale per l'Unesco e ha tutte le carte in regola per giungere presto a una conclusione positiva.

Un atto di coerenza dopo l'iscrizione dei "Coteaux, Maisons et Caves de Champagne" e "Climats du vignoble de Bourgogne" nella lista del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco e precisamente nella categoria del "Paesaggio organicamente evoluto". Se per gli champenois si tutela insieme al paesaggio viticolo una tecnica di produzione, lavorazione e commercializzazione originale nata nel XVIII secolo, la richiesta italiana, dice la Coldiretti, «riafferma il grande valore culturale e ambientale che l'agricoltura riveste in special modo in territori eccezionali come le colline di Conegliano e Valdobbiadene», territorio in cui sono coinvolti 15 Comuni e oltre 3mila agricoltori che operano su circa 5mila ettari di vigneto. In termini di produzione vinicola sono stati prodotti 655.211 ettolitri di vino a denominazione d'origine. È una zona di particolare pregio vitivinicolo e di grande attrazione turistica sotto la spinta del successo del Prosecco all'estero che traina le bollicine italiane che nel 2017 hanno realizzato il record di 360 milioni di litri esportati, con un aumento dell'11% delle spedizioni oltre frontiera delle bollicine italiane che consente di doppiare i cugini francesi.

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Alberto Lupini


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