Urgono braccia a tutto campo È allarme rosso per Confagricoltura

Le idee sul tappeto: chiamare gli operai in cassa integrazione di altri settori e reclutare i disoccupati con strumenti che facilitino le assunzioni, come i voucher. Qualche spiraglio

01 aprile 2020 | 09:17
di Gabriele Ancona
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In italia gli operai agricoli sono più di un milione

L’andamento stagionale ora fa paura. Siamo in Primavera, iniziano le raccolte e si pianificano quelle estive, dagli ortaggi alla frutta, dal grano alle viti, alle olive. Monta però l’ansia perché mancano le braccia. Il Covid-19 sta piagando la manodopera: chi è stato aggredito dal virus, chi è in quarantena. E poi gli stranieri, che di solito si spostano da noi per qualche mese a lavorare, ora sono bloccati a casa per la chiusura delle frontiere. C’è in ballo l’andamento della filiera alimentare.

In Italia gli operai agricoli sono più di un milione. Facendo i conti mancano 200 mila persone.
Le soluzioni sul tappeto ci sarebbero. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, non è rimasto con le mani in mano.


Massimiliano Giansanti

«Abbiamo scritto alle ministre Teresa Bellanova dell’Agricoltura e Nunzia Catalfo del Lavoro - ha dichiarato al Corriere della Sera - affinché si favorisca l’incrocio tra domanda e offerta con il ricorso a manodopera italiana disponibile a lavorare nel settore agricolo, anche se al momento fruisce del Reddito di cittadinanza. Occorre superare dei limiti nomativi, ma basterebbe un emendamento al decreto legge 18/20 per garantire ai datori di lavoro agricolo un esonero contributivo e a chi beneficia del Reddito di cittadinanza un prolungamento del periodo di percezione pari alla durata del rapporto di lavoro stagionale. Inoltre si potrebbe fare una sorta di call per gli operai in cassa integrazione di altri settori o un reclutamento dei disoccupati con strumenti che facilitino le assunzioni, come i voucher».

Raggiunto da Italia a Tavola, il presidente Giansanti ha aggiunto: «Dal mondo della politica qualche messaggio informale di chiarimenti in merito alle nostre proposte sta arrivando. Un’apertura che fa ben sperare. Il settore non si può fermare».

Certo, che se non si dovesse muovere nulla la situazione potrebbe diventare davvero critica. «In questo caso ognuno si dovrà assumere le proprie responsabilità – ha puntualizzato Giansanti – Stiamo attraversando una fase molto delicata e gli operai agricoli devono mandare avanti un sistema in uno status di emergenza, con tutti i rischi del caso. Noi stiamo dando la massima disponibilità e devo dire che ne stiamo ricevendo anche tanta da parte dei cittadini. La forza lavoro, naturalmente impostata e orientata secondo necessità ed esigenze, è ben accetta. Ci è piaciuta la proposta della ministra Bellanova di far emergere gli irregolari».

Nel nostro mondo agricolo il 36% è rappresentato da lavoratori stranieri in regola, in gran parte rumeni. Quest’anno non potranno arrivare.

Per informazioni: www.confagricoltura.it

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