Vacanze estive, occhio alle truffe Proposte sul web: come tutelarsi

Con la riapertura delle regioni e le possibilità di trascorrere le ferie estive in qualche meta vacanziera, si riapre il problema truffe (almeno 500 al giorno). Attenzione soprattuto alle case in affitto . Uecoop consiglia alcuni modi per non cascarci mentre la Polizia postale ricorda il suo vadecum per non farsi imbrogliare

06 giugno 2020 | 10:48
Non solo il problema dell’onda lunga del covid che sta mettendo in dubbio gli italiani sull’idea di partire per le ferie estive, c’è anche il pericolo truffe che si mette di mezzo ad ostacolare la corsa verso il mare, la montagna o le città d’arte dei turisti.


Uecoop stima oltre 500 truffe al giorno

Secondo un’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati Istat, sono 7 milioni i turisti nazionali pronti a raggiungere le località di villeggiatura al mare, in montagna e in campagna (nonostante gli alberghi stentino a riaprire); sempre più spesso prenotano e pagano online viaggi e soggiorni per una spesa sul web per che sfiora i 13 miliardi di euro l’anno secondo l’analisi di Uecoop sull’ultimo report Digital.

Osservando questo andamento sono oltre 500 le truffe e frodi online al giorno che mettono a rischio le vacanze degli italiani. Una massa di denaro, quella che circola online per il turismo, che fa gola anche ai delinquenti della rete che mettono a segno truffe di ogni tipo come la vendita di pacchetti vacanze mai organizzate, di case mai esistite o di camere di albergo all’insaputa degli stessi hotel. Una giungla di trappole che - evidenzia Uecoop - rischia di mandare all’aria le vacanze di molti italiani dopo lo stress del lungo periodo di lockdown. Con le truffe e frodi on line che sono praticamente raddoppiate negli ultimi dieci anni - sottolinea Uecoop - è necessario porre ancora maggiore attenzione sia a siti che sia ai prezzi che, se troppo bassi rispetto ad altre sistemazioni simili, potrebbero essere un segnale di allarme.
 
Ma i truffatori sono diventati sempre più esperti nell’organizzare il raggiro “rovina vacanze” e si preoccupano di ogni dettaglio: oltre alle foto della casa da affittare, ad esempio, inseriscono un numero di cellulare al quale risponde sempre qualcuno almeno fino a quando non sono arrivati i soldi dell’acconto o del saldo, inoltre - continua Uecoop - inseriscono indirizzi con numeri civici che non si vedono sulle mappe on line o sono coperti da alberi o cartelli stradali, infine mettono delle coordinate bancarie intestate a prestanome nullatenenti che anche se individuati non possono risarcire alcunché. C’è anche il cosiddetto gioco al rialzo: si prenota la casa per un determinato periodo dell’anno, ma viene detto che non c’è disponibilità con la proposta di una soluzione alternativa, che potrebbe anche essere sempre la stessa, ma ad un prezzo più alto.
 
Un ultimo metodo di raggiro - spiega Uecoop - fa leva sulle immagini ritoccate che trasformano una stamberga in una finta abitazione di lusso, oppure che riprendono il mare a due passi mentre invece si trova a chilometri. Per tentare di ridurre il rischio - conclude Uecoop - occorre seguire alcune semplici regole: dare la preferenza siti ufficiali e conosciuti, non fidarsi a occhi chiusi di offerte troppo convenienti, controllare le eventuali recensioni di altri acquirenti e se si riesce ad avere qualche contatto in loco verificare che le cose siano come descritte nell’annuncio.

Ecco alcuni punti per prevenire la truffa tratti dal vademecum redatto dalla Polizia Posta:

Prima regola: controllare che le fotografie che descrivono l'immobile scelto - che sia una casa, una villa al mare, una baita di montagna - siano vere. "Per verificare la coerenza e veridicità tra immagini e case, utilizzare un motore di ricerca web di immagini su cui caricare le foto presenti nell’annuncio e controllare che non si tratti di foto da repertorio ma di scatti di una casa reale".

Seconda regola: controllare che le descrizioni siano il più complete possibili. Come? "Per capire se l’immobile e la zona (distanza dal mare, posizione centrale…) corrispondono alla descrizione fatta nell’annuncio, cercare la strada indicata sulle mappe disponibili nel web e, una volta trovato il luogo esatto, visualizzarlo tramite satellite".

Terza regola: contattare direttamente chi ha fatto l'annuncio attraverso la chat del sito immobiliare prescelto, chiedendo informazioni e foto aggiuntive sull'immobile e, se possibile - anche se è sempre più raro - farsi dare un numero di telefono fisso.

Quarta regola: diffidare dagli affaroni. "Per capire se un prezzo è alto, basso o adeguato è opportuno fare una ricerca sulla zona tramite la piattaforma in cui è presente l’annuncio, utilizzando anche un motore di ricerca e controllando se il prezzo non è troppo basso e quindi effettivamente in linea con la località e la struttura della casa".

Quinta regola: il contatto diretto. "Per verificare che tutto sia regolare, incontrare ove possibile l’inserzionista per una visita della casa e per consegnare l’importo dovuto di persona".

Sesta regola: "La richiesta di una caparra è legittima, purché non superiore al 20% del totale".  

Settima regola: occhio ai furti di identità. "Non inviare documenti personali: carta d'identità, patente o passaporto non devono mai essere condivisi in quanto potrebbero essere utilizzati per fini poco leciti".

Ottava regola: quella sui pagamenti. "Effettuare pagamenti solo su Iban o tramite metodi di pagamento tracciato: l'Iban bancario deve essere riconducibile a un conto corrente italiano che è possibile verificare tramite strumenti come 'IBAN calculator'.

E se ci si casca?
La prima cosa che deve essere fatta se si subisce una truffa online (tutte, comprese quelle inerenti all’affitto di casa per le vacanze) affinché si possa attivare la tutela legale, è fare denuncia alla polizia postale, descrivendo dettagliatamente cosa è successo.

Per farlo, è necessario che la Polizia Postale sia in possesso di qualsiasi prova si abbia tra le mani come il nome del sito, messaggi con l’interlocutore poco corretto, metodo di pagamento utilizzato e così via.

La denuncia può essere fatta tanto nella caserma di Polizia Postale la quale attraverso l’utilizzo del sito della Polizia Postale, che ha messo a disposizione per i cittadini una piattaforma di denuncia online, alla quale però dovrà necessariamente seguire nel termine di 48 h la vera e propria denuncia presso la Polizia Postale (se questo non verrà fatto, la denuncia non assume alcun tipo di valore legale). La denuncia può ovviamente essere fatta anche di fronte a Polizia di Stato e Carabinieri che la inoltreranno poi alla Postale (corpo competente per i reati informatici).

Nei casi più gravi, le autorità procederanno al sequestro del sito Internet incriminato, iniziando un vero e proprio procedimento, al termine del quale ci sarà un rinvio a giudizio.

L’imputato in questione sarà incriminato e processato per truffa (art. 640 c.p.) e ne risponderà dal momento in cui siano presenti tanto gli artifizi e i raggiri perpetrati ai danni della parte offesa, quanto l’induzione in errore che ha portato la vittima al versamento del denaro.

Per ottenere il risarcimento dei danni, la tutela legale può essere intrapresa in due modi: nel processo penale, costituendosi parte civile, oppure nel processo civile chiedendo al giudice un risarcimento in denaro. È fatta salva, entro certi limiti, la possibilità per l’imputato di concludere bonariamente il processo per mezzo di un’offerta riparatoria che sia almeno pari alla perdita subita dalla parte offesa.

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Alberto Lupini


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