Vaccini obbligatori per il personale, negli USA si muovono i privati, a partire dai ristoranti di McDonald’s

Negli Usa le grandi aziende stanno già applicando l'obbligo vaccinale su invito del virogolo Anthony Fauci. E in Italia? Per ristoranti e bar senza vaccinazione non può iniziare la nuova normalità

13 agosto 2021 | 15:25
di Vincenzo D’Antonio

Si parva licet ... Ma come, c’è il flagello mondiale della pandemia e l’esempio che sovviene è la piscina!? Lucifero imperversa, lenisco il caldo atroce andando in piscina. Per tuffarsi in piscina è obbligatoria la cuffia. Ma io non voglio indossarla. Arriva il proprietario dell’impianto per sedare la scaramuccia con il bagnino.

“Lei deve indossare la cuffia, altrimenti non può tuffarsi in vasca”.

“Scusi, ma lei chi è che vuole impedirmi di tuffarmi in vasca come voglio io, ovvero senza indossare la cuffia ? Chi è ? Qual è la sua autorità ? Sarà mica il prefetto, il questore? Chi è?”.

“No, guardi, io non sono proprio nessuno; le dico, nessuno. Però sono il titolare di questo impianto e qui vige la regola che ci si bagna solo se si indossa la cuffia. Take or leave".

Appunto, per dirla nello slang americano, visto che agli Usa stiamo andando a fare riferimento: “take or leave” che è pari pari il nostro “prendere o lasciare”.

 

Il dovere sociale dell'imprenditore

Laddove le ragioni dello stato di diritto, da pretestuosi cavilli contaminate, frappongono ostacoli de iure (in via di principio, letteralmente rispettabili) alla pressoché totale copertura dei connazionali vaccinati, subentra con il ruolo de facto il potere dell’impresa governata dal soggetto privato (l’imprenditore) che, con le edulcorazioni del caso (incentivi inclusi) dice ai propri collaboratori: "Governare la mia azienda, farla sopravvivere e prosperare non è soltanto un mio diritto, ma è anche un mio dovere sociale; ergo, affinché io faccia il mio dovere sociale, è necessario, è obbligatorio che tu, mio caro collaboratore, ti vaccini al più presto". Questo è il parlare chiaro: take or leave.

 

 

Negli Usa le grandi aziende si stanno già muovendo (e in qualche caso, licenziando)

Negli Usa, dove la variante Delta imperversa ancor più che da noi, è stato questo il paradigma logico che sta consentendo ad aziende a noi ben note, le più grandi multinazionali del pianeta, a obbligare i propri collaboratori a vaccinarsi. E se non voglio vaccinarmi? Peggio per te. Peggio per te due volte: stai correndo a braccia aperte verso il virus e gli stai dicendo: "Eccomi, dài vieni sono qui, cosa aspetti a farmi ammalare se non peggio?". E nel frattempo stai ricevendo argomentata lettera di licenziamento.

Autorevole paladino di questo saggio comportamento è Anthony Fauci, il consigliere medico del presidente Joe Biden. Testuale la sua importante dichiarazione: «Incoraggiamo i privati a prendere seriamente in considerazione l’idea delle vaccinazioni obbligatorie». Qualche nome specifico delle multinazionali che stanno così comportandosi? Alphabet, ovvero la costellazione Google che comprende anche Android e YouTube. Amazon, che include Alexa. Citigroup. Facebook, che significa anche Instagram e WhatsApp. McDonald’s. Starbucks. United Airlines. Walmart. Walt Disney. 

 

 

Vivere l'impresa immaginando il futuro

Lo stato di emergenza nel quale viviamo, con un virus che ci travia, sovviene una provvidenziale pillola di saggezza: “Primum vivere deinde philosophari”. E siamo tutti insieme, adesso, in questa fase delicata, siamo al “primum vivere”. Si tratta di vivere sapendo immaginare il futuro, altrimenti è facile cadere in basso verso il sopravvivere, cosa ben diversa dal vivere. E immaginare il futuro significa riattivare con vigore le nostre due forti connotazioni di homo oeconomicus e homo sapiens. Il primo d intendere l’imprenditore che vive il suo dovere sociale oltre che il suo diritto all’utile di esercizio. Il secondo a intendere il sapere medico in accezione estesa che ha messo capo al vaccino atto a porre termine al flagello pandemico. E nella vision del termine medio, l’uomo nuovo.

 

Si può. Ma per fare in modo che si possa, si deve debellare la pandemia. Ne consegue che vaccinarsi diviene obbligo sociale. E allora, dotandoci di quel sano pragmatismo che mai deve latitare nei momenti di emergenza, la strada da intraprendere coerentemente e coraggiosamente, per il bene di tutti noi, è quella di addivenire alla vaccinazione di tutte le persone che lavorano nei pubblici esercizi. Persone che ovviamente nell’espletamento della loro attività, devono comunque continuare ad attenersi alle norme vigenti: l’uso della mascherina e il rispetto delle norme igieniche. L’azione congiunta delle vaccinazioni a tutte le persone che lavorano nei pubblici esercizi, insieme con la dotazione del green pass, senza il quale è impedito l’accesso ai locali, genera una situazione autenticamente Covid-free. È la situazione di innesco dell’avvio verso la nuova normalità.

Attenzione, la nuova normalità, quella che vede la luce se ci atteniamo ai nuovi doveri, se agiamo tutti per il bene di tutti, assumendoci le nostre responsabilità, prioritaria tra le quali l’avvenuta certificazione e la conseguente dotazione del green pass.


 

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Alberto Lupini


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