In 500 per il “Fettuccine Alfredo Day” Oltre cent'anni fa nacque la storica ricetta

21 febbraio 2017 | 15:25
di Mariella Morosi
Non è stato un evento storico o patriottico quello che ha unito a Roma per una sera cittadini, turisti americani e tutta la comunità degli States che vive o lavora nella Capitale. È stato il “National Fettuccine Alfredo Day”, un omaggio a un celebre piatto di fettuccine dai bagliori dorati, magistralmente mantecate al tavolo con burro e parmigiano, a unire due Paesi più di tante parole. È un ruolo di amicizia e condivisione, quello svolto da queste fettuccine tirate a mano e condite da mani esperte.

Hanno attraversato gli ultimi cento anni di storia della città coinvolgendo star hollywoodiane, teste coronate e chissà quante decine di migliaia di persone che dal 1914 si sono sedute ai tavoli di questa osteria del centro storico vicino piazza Navona, appunto “Da Alfredo”, in via della Scrofa 104/a.



Solo queste, a Roma e non solo, sono le vere fettuccine, tirate e mano sottilissime e condite solo con burro e parmigiano. Tutto qui? No, c’è, da un secolo, una rigida ritualità da rispettare. Sono fatte solo con uova e farina, tempo di cottura di appena 30 secondi, lunga mantecatura al tavolo su un piatto di servizio ovale prima che la cremosa matassa d’oro fumante venga adagiata con grazia nel piatto del cliente. E ogni volta il tavolo diventa un palcoscenico. Le fece così più di un secolo fa un oste dai baffoni neri, Alfredo di Lelio, che le creò per la moglie Ines, esaurita da una gravidanza difficile. Le fece con tanto amore, raccontano, perché il piatto le desse energia, calore e sapore.

Da quel giorno il piatto divenne il punto di forza del ristorante. La fama delle fettuccine by Alfredo attraversò l’Oceano ma la vera consacrazione avvenne quando Mary Pickford e Douglas Fairbanks, due famosi attori di Hollywood, le gustarono durante il loro viaggio di nozze a Roma. Rientrati negli States non si limitarono a mandare una cartolina. L’esterrefatto Alfredo ricevette un pacchetto con due posate d’oro, cucchiaio e forchetta, con incisa la dedica: “To Alfredo the King of Noodles”. Si entrava così nella leggenda.



Uomini di Stato, turisti vip, artisti e capricciose star fecero il resto. Impossibile oggi per un visitatore americano ammirare il Colosseo senza una puntata da “Alfredo alla Scrofa” per sottomettersi al rito delle fettuccine, immancabilmente documentato dai selfie. Tutta la storia del locale si può ripercorrere attraverso le centinaia di fotografie appese alle pareti, le collezioni di vecchi menu e i 50 libroni con dediche e ringraziamenti, talvolta con disegni o vere composizioni poetiche in tutte le lingue del mondo.

Oggi sono Veronica Salvatori e Mario Mozzetti, eredi del ristorante ceduto da Alfredo ai propri bisnonni, a portare avanti il mito, con l’assoluto rispetto della ricetta originale e con iniziative come questo "National Fettuccine Alfredo Day" che ha riunito 500 ospiti italiani e americani, con musica live e degustazione di prodotti e vini di qualità degli storici fornitori del ristorante. Davanti agli ospiti della festa, tra la mitraglia dei flashes, sono state tirate decine e decine di kg di fettuccine. Solo per condirle se ne sono andati 25 kg di burro di pura panna e un’intera forma di Parmigiano Reggiano.



Davanti alle fumanti fettuccine si è rivissuta l’atmosfera di quando Roma era il palcoscenico del mondo e di quando questo luogo del gusto era frequentato personaggi come Gabriele D’Annunzio, Salvador Dalì, Filippo Tommaso Marinetti, Federico Leopoldo Principe di Prussia, oppure il Gaetano Borbone principe di Parma che firma la dedica “Alfredo l’imperatore delle fettuccine” nella piccola e intima Sala dei Reali. Ancora oggi si ricorda di quando Tony Curtis, vestito da cameriere, si divertiva a servire ai tavoli, Ava Gardner e Walter Chiari venivano per il loro tavolo segreto, oppure quando Brigitte Bardot era costretta a nascondersi per non essere assalita dai paparazzi.

Veronica Salvatori e Mario Mozzetti promuovono oggi il valore delle Fettuccine Alfredo non solo come piatto della cultura gastronomica ma come patrimonio nazionale e storico italiano. Proprio per questo “Alfredo alla Scrofa” incarna anche un progetto di internazionalizzazione del brand per esportare il marchio all’estero e portare il vero stile italiano nel mondo. Le mitiche fettuccine costano oggi 20 euro (nel 1957 costavano 300 lire) ma il menu vanta anche tanti piatti romanissimi come carbonara, cacio e pepe fantastici, saltimbocca alla romana o abbacchio scottadito. Vale proprio la pena provarlo, questo locale, "The birthplace of Fettuccine Alfredo", come lo chiamano gli americani.

Per informazioni: www.alfredoallascrofa.com

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