Agriturismi, quanti dubbi sullo sviluppo La Lombardia investe, ma serve qualità
21 luglio 2017 | 18:21
di Renato Andreolassi
Gianluigi Vimercati
Ma davvero, come dice l'assessore lombardo all'agricoltura Gianni Fava: «Gli agriturismi sono uno straordinario veicolo per la promozione dei prodotti locali, della cultura e della storia agroalimentare del territorio?». A noi per dirla papale papale, qualche dubbio sorge. Troppe sono le strutture che con l'etichetta di Agriturismo sino sono trasformate in pizzerie, alberghi, gelaterie, addirittura in ristoranti multietnici e hamburgherie ecc... con l'unico obiettivo di mirare al portafogli del cliente.
E quanti e quali sono i prodotti tipici del territorio? Ci si replicherà che mancano i controlli e che le mele marce esistono ovunque, figurarsi in un mondo dove basta fare un salto al super per trovare tanti prodotti tipici “made sotto casa”. Ha ragione Vimercati quando dice che «oggi bisogna predisporre percorsi formativi adeguati per il rispetto delle regole e per fornire ai clienti provenienti da tutto il mondo servizi di alto livello, caratterizzati da elevata professionalità. Il turismo enogastronomico rappresenta - ricorda Vimercati - un valore aggiunto per le vanze made in Italy che lo scorso anno è cresciuto del 10%»
.
I contributi regionali a fondo perduto arrivano fino ad un massimo di 200mila euro pro capite-le domande vanno presentate per via telematica entro l'11 settembre - con l'obiettivo di sostenere la multifunzionalità e la diversificazione dell'attività agricola, quali elementi per migliorare la redditività delle imprese, anche grazie all'ospitalità rurale. Speriamo in bene.
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Alberto Lupini