Al Galletto d’Oro di Curno le grandi pizze di Luigi Iorio Esposito

Volete un indirizzo per mangiare una buona pizza napoletana? La pizzeria si chiama “Al Galletto d’Oro”, è alla periferia di Bergamo, al primo piano del Centro Zebra, che ufficialmente è in territorio del Comune di Curno

08 ottobre 2018 | 18:37
di Roberto Vitali
Aperta alla fine del 2014, la pizzeria gode di buona salute, frequentata per pranzo e cena da una buona clientela che trova qui un locale pulito ed anche elegante per la sua tipologia, un servizio attento, ottime pizze anche originali, a prezzi giusti.
Io ci sono capitato per assistere alla consegna al titolare Sergio Nazzaro e al suo braccio destro Katia Iorio Esposito di un Diploma di Merito loro assegnato dall’associazione Mestieri d’Autore, di cui è presidente Ivar Foglieni (per anni presidente dell’Associazione Cuochi Bergamo e dell’Unione Cuochi Lombardia, oggi anche presidente della società Europe 3000 che si occupa di collocamento nel mondo della ristorazione) e segretaria Alessandra Organista.



I diplomi hanno voluto premiare l’impegno che Sergio e Katia hanno messo per continuare l’opera di Luigi Iorio Esposito, non dimenticato campione italiano ed europeo della pizza, napoletano verace, trasferito nel Bergamasco nel 1987, che aprì il primo “Galletto d’Oro” alla Dorotina di Mozzo, sempre vicino a Bergamo, insieme alla moglie Lidia e poi alle figlie Barbara e Katia.

Alessandra Organista, Sergio Nazzaro, Katia Iorio Esposito, Ivar Foglieni

Deceduto il grande Luigi Iorio Esposito nell’agosto 2013, ecco la figlia Katia che, insieme al cugino Sergio, ha riaperto il Galletto d’Oro a Curno, mentre l’altra figlia, Barbara, lo ha aperto con lo stesso nome a Montello, lungo la strada che da Bergamo porta al lago d’Iseo.



Entrambe le figlie continuano nel migliore dei modi la tradizione avviata dal padre, mantenendo in menù la stessa tipologia di pizza che la grande inventiva di Luigi Iorio Esposito aveva creato. Qui a Curno vediamo in carta e vanno fortissimo la “Pizza Troisi” (con mozzarella di bufala, scamorza affumicata, pomodorini, grana e basilico) e la “Pizza Bergamasca” (crema di polenta amalgamata con porcini trifolati, bocconcini di cotechino e robiola). Poi ci sono, una più interessante dell’altra, la Pizza Atalanta, quella dedicata a Papa Giovanni, a Donizetti, a Santa Lucia e via di questo passo. C’è anche una lista di pizze vegane. Pochissimi i piatti che si possono chiedere escludendo la pizza, quindi se non amate la pizza non ci andate. I dolci della casa meritano attenzione, così come le birre selezionate: italiane, belghe e tedesche.

Per informazioni: www.algallettodoro.it

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