Al “Laboratorio l’Emporio” la ricerca dei sapori d’Italia

Il bistrot di Omar Zanotti, Giorgio Lovati e Riccardo Lagorio sulle rive del lago d’Iseo, celebra i prodotti del territorio, senza dimenticare le eccellenze del Sud

09 ottobre 2019 | 09:31
di Renato Andreolassi
Un imprenditore agricolo: Omar Zanotti, uno chef: Giorgio Lovati e un giornalista, esperto del mondo eno-gastronomico: Riccardo Lagorio, formano il trio che si è lanciato nell'avventura del “Laboratorio l'Emporio”. Un bistrot che si affaccia sulla sponda bresciana del lago d'Iseo, in quel di Sale Marasino: «Un luogo - tengono a sottolineare i promotori - dove la tradizione e l'innovazione si fondono in un binomio indissolubile». In primis i prodotti del territorio: Sèbina - l'oliva divina - e poi l'olio, il pesce del lago e i formaggi della Valle Camonica. Questo, tanto per ricordare le radici, ma poi si spazia praticamente in ogni luogo dove c'è qualcosa di buono.

L'interno del locale

Il locale fortemente voluto dall'uomo che lavora e coltiva la terra, Oscar Zanotti (sue le olive e l'olio), si propone ad una clientela che ricerca prodotti non banali, cucinati con quella leggerezza che aiuta a godere di un paesaggio unico dominato da Montisola. «Abbiamo voluto lanciare questa sfida - ha detto Zanotti - partendo dal meglio di casa nostra per arrivare, ad esempio all'ostrica di Porto Tolle o al caciocavallo molisano al tartufo».

L'estero del Laboratorio l'Emporio

Altrettanto deciso Lagorio: «In carta vi è tutto ciò sui cui vogliamo puntare, prodotti locali e nazionali ma, soprattutto, l'accuratezza nella loro ricerca. Fra l'altro tè e tisane reperite da me direttamente in Iran. E il Laboratorio né è la testimonianza: produzioni di formaggi di nicchia fra muggiti e belati e salumi nobili. Simile il discorso per i vini. In carta anzitutto: 5 bianchi locali e 13 nazionali; per i rossi la contesa è fra 9 locali e 15 etichette provenienti da Nord e Sud; e ancora 3 rosati, 9 bollicine bresciane , 9 fra spumanti nazionali e champagne, e per chiudere 4 passiti del Garda e nazionali e una ventina di distillati».

Questa selezione - ricorda Lagorio - tenta di evitare la deriva, suggerendo vini che possiedono più cultura che etichetta, più gusto che marketing, più capacita di dialogo che monologo da venditore. Si tratta di una lista che è in continuo aggiornamento. L'inserimento e l'uscita dipende dal parere dei nostri clienti, attraverso un acquisto consapevole, e dalle giacenze delle aziende, che spesso sono di piccole dimensioni e da un momento all'altro potranno terminare le loro bottiglie. Anche questo è segno di genuinità. Insomma vigne e vini che possiedono una storia.

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