Cafè de Paris-'Ndrangheta La Cassazione smentisce il legame

Il Cafè de Paris di Roma viene “scagionato” dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria dopo che 10 anni fa era stato sequestrato per presunti coinvolgimenti dell’aiuto-cuoco Vincenzo Alvaro nella ‘Ndrangheta

15 maggio 2019 | 10:21
Sono 102 i beni che sono stati restituiti ad Alvaro, ma sicuramente il locale romano spicca su tutti, perché ritrovo dei romani amanti della “dolce vita”.



I giudici di Reggio Calabria hanno decretato l’insussistenza di quello che era stato ribattezzato “sistema-Alvaro” che prevedeva il riciclaggio di beni. Di conseguenza, è stata negata anche la pericolosità del soggetto. Una decisione che è arrivata non senza sorprese, visto che la condanna di Vincenzo Alvaro era avvenuta sia in primo che in secondo grado.

In seguito alla sentenza gli avvocati difensori di Alvaro, Fabrizio Gallo e Domenico Cartolano, hanno espresso soddisfazione per quanto emesso, nonostante i 10 anni di battaglia.

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Alberto Lupini


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