Castello Malvezzi, da 40 anni baluardo della buona cucina

Dall’alto del Colle San Giuseppe domina Brescia. A settembre ha festeggiato i 40 anni di vita. Un solo uomo al comando, Alberto Riboldi, membro Euro-Toques, che si è sobbarcato gli oneri e gli onori dell’ardua impresa

10 ottobre 2018 | 18:48
di Renato Andreolassi
Sono questi i tre segreti del successo del Castello Malvezzi, ristorante storico della Leonessa, luogo di raffinata cucina, uno dei posti più famosi della Lombardia. Fu gestito da Dario Dattoli, scomparso prematuramente. Da alcuni anni il timone è passato nelle mani dello chef bresciano “doc”. 44 anni, prima dipendente poi socio e con-proprietario, infine titolare unico in una sfida che si basa su una sola parola: rilanciare. Obiettivo: far riviere l’epoca d’oro degli anni ‘90 puntando su materie prime di alta qualità.



Vale di per sé solo una visita il parco con il castello di origini cinquecentesche, severo e altezzoso all’esterno quanto sfarzoso all’interno, riccamente decorato con una splendida galleria ricoperta da affreschi e stucchi rinascimentali. Vista incomparabile che in queste splendide giornate autunnali spazia dall’hinterland fino al lago di Garda e agli Appennini.

Un luogo unico di piacere per la gola e la vista, con una cantina di oltre 1.000 bottiglie, gelosamente conservate sotto chiave da Alberto. La festa stellata del 40° ha richiamato al Malvezzi alcuni “big” dell’alta cucina: Alessandro Cappotto, il bistellato Gennarino Esposito e il re dei dolci Iginio Massari. Nel menu non potevano mancare i famosi spaghetti al nero di seppia accompagnati dal caviale Calvisius, che nasce a due passi dal San Giuseppe, negli allevamenti di storione di Calvisano, e la Zuppetta di olive nocellara con pesce bandiera in stile anni ‘80.


Alberto Riboldi

«Dare (o ridare) a Brescia un grande ristorante, che non segua le mode e faccia piatti di livello con prodotti del territorio». Così Alberto riassume il traguardo della sua “mission” che ha sullo sfondo il motto di Eric Hoffer: «Il leader deve essere pratico e realista, ma deve parlare la lingua dei visionari e degli idealisti». Aggiungiamo noi, per creare una buona, indimenticabile cucina.

Per informazioni: www.castellomalvezzi.com

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Alberto Lupini


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