Claudio Petrolo a Gaeta Il pesce nel menu lo pesca lui la notte
Siamo in zona di struggente bellezza e fascino: la Gaeta (Lt) medievale così ricca di fasti del passato. In piazza, Claudio Petrolo, cuoco e patron del locale al quale, mettendoci firma oltre che faccia, ha dato il nome
22 marzo 2018 | 12:34
di Vincenzo D’Antonio
Claudio Petrolo
Claudio Petrolo in famiglia dispone di barca e di pescheria, ne consegue che in tavola, transitando per la cucina, arriva solo il pesce frescato pescato lì davanti, nel golfo di Gaeta.Gradito il benvenuto con appropriato calice di un buon Franciacorta Docg validamente servito. La sala, come sempre dovrebbe essere, è all’altezza della cucina e non costituisce come invece sovente accade l’anello debole del ristorante. Vi è garbo e vi è competenza che non prende deriva saccente al cospetto di clientela che qui è avveduta ed esigente.
Di spiccata bellezza, e proprio di “bellezza” stiamo parlando, gli oggetti cartacei “menu” e “carta dei vini”. Nulla di supponente e gravoso, bensì gradevolezza estetica, comunicazione efficace, ergonomia.
Si comincia con Crocchè dal mare con panatura di lenticchie rosse e maionese di lattuga di mare. Quale pesce costituisca il Crocchè non è specificato in carta in quanto, e come potrebbe essere altrimenti, è funzione del pescato della notte. Quando l’impeto dei marosi perdura, Claudio vira su proposte di terra. Nel calice permane, per quanto egregiamente sa accompagnare le portate in successione, il sontuoso Franciacorta Docg.
Gioia alla vista, ancor prima che al palato, il piatto successivo: Polpo con spumoso di patate al limone, olive di Gaeta e polvere di verdure. Gagliardo coesistere di salinità ed amidaceo, piacevole la consistenza.
Si prosegue con Sciabola in fodero di pane arraganato con fonduta di provola: intrigante e ben riuscito l’amalgama. Sono piatti ben concepiti, pazientemente e meticolosamente studiati e poi, in prossimità di perfezione, proposti al cliente. Degna chiusura con ottimi dolci. Prezzi corretti.
In Claudio Petrolo apprezziamo, oltre alla padronanza delle tecniche di cucina, rese vistose da come sa trattare il pesce, nobilitandolo e non traviandolo, anche il suo perenne e contagioso entusiasmo e la sua virtuosa tensione al miglioramento continuo. E davvero, conoscendolo, non possiamo che dirgli, mix di augurio e profezia: ad maiora, con l’ultimo sorso di Franciacorta in calice brindando.
Per informazioni: www.claudiopetrolo.com
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