Da Cucina Conviviale a Firenze: piatti fantasiosi e vini inusuali

Pescato, vino buono e pizza, tutto sempre all’insegna della qualità della materia prima, sono i must del locale fiorentino. In carta vini diversi dagli standard abituali

08 gennaio 2021 | 07:31
di Guido Ricciarelli
Il vulcanico Carlo Nigro, impegnato nella gestione di tre locali fiorentini, ha una debole per i piccoli produttori di vino, quelli un po’ fuori dai radar delle guide ufficiali. Un’impostazione, quella della Cucina Conviviale, imperniata su una linea molto personale che svaria con disinvoltura fra pescato, vino buono e pizza, tutto sempre all’insegna della qualità della materia prima.


Pescato, vino buono e pizza a Cucina Conviviale. Fonte: Cucina Conviviale

L’universo gastronomico di Nigro
Si affianca, con lo stesso spartito, al Fuoco Matto Pizza & Grill Restaurant, altro locale aperto da qualche anno con immediato e meritato successo, che con la Vetreria, Pizzeria Boutique a quattro passi da Piazza del Duomo, chiude quello che potremmo definire “l’Universo Nigro”.

Tra gli sfizi proposti per questa occasione mi hanno incuriosito (e convinto) la Fregola ai frutti di mare (vongole, scampi, cozze e calamari) e la Tagliata di tonno rosso con crema di bufala e capperi di Salina. I piatti in carta non sono mai banali e denotano quanto impegno e quanto entusiasmo il patron e la sua squadra mettano sempre nel loro lavoro, premiato dal pubblico anche per l’ottimo rapporto qualità/prezzo.

Abbinamenti con vini inusuali
A Nigro piacciono, appunto, vini diversi dagli standard abituali. Mi propone il Casole 2018 dell’azienda I Fabbri. Siamo in quel di Lamole, uno dei luoghi di eccellenza del Chianti Classico e in effetti la produzione aziendale si concentra principalmente su questa tipologia. I vini di questa sottozona sono per loro natura umorali, di spiccata agilità gustativa, e grande misura, senza fronzoli.

Casole 2018, felice scoperta
Il Casole 2018 è composto da un 40% di Malvasia Lunga del Chianti, 40% di Trebbiano e 20% di Colombano. Uve senza pedigree che in combinazione tra loro esprimono, oltre al piacevole impatto visivo di un nitido giallo paglierino, sentori olfattivi di acacia e fieno, con un sapore di frutti bianchi e spezie officinali, che inducono ad andare ben oltre il primo bicchiere. D’altronde non potrebbe essere altrimenti visto il grado alcolico di soli 11,5. Bravo Carlo, solo nel tuo ospitale convivio si possono fare scoperte come questa.

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