Delivery, cena a casa e famiglia: la ricetta ideale in questo periodo

Con la chiusura dei ristoranti in questo periodo di covid è davvero difficile poter passare una serata in famiglia mangiando qualcosa di buono senza chiedere a qualcuno di mettersi ai fornelli. Il delivery è la soluzione

24 novembre 2020 | 14:21
In questo momento particolare dove siamo obbligati a rimanere a casa bisogna reinventarsi per trascorrere il tempo in allegria. Ma per una serata in famiglia che si rispetti non può di certo mancare qualcosa di buono da mangiare. In questo casi ci viene in soccorso il servizio delivery, vero protagonista delle serate in famiglia. Eppure la prima azienda di consegne a domicilio risale al 1890 nella città di Mumbai, in India, La parola hindi “dabbawala” significa letteralmente “colui che porta una scatola”.

I servizi offerti dai dabbawala sono il trasporto quotidiano dei pasti dai ristoranti e dalle case agli uffici. Più di 200.000 lunch box vengono gestiti ogni giorno da circa 5 mila dabbawala con un costo minimo e una puntualità quasi perfetta. Secondo uno studio dell’Università di Harvard, c’è un solo errore ogni 6 milioni di spedizioni.

 

Il leader indiscusso delle consegne a domicilio nel nostro Paese è Glovo, giovane start-up spagnola fondata a Barcellona nel 2015. Si tratta di un servizio di corriere on demand che acquista, ritira e consegna a domicilio i prodotti ordinati attraverso la sua app scaricabile su smartphone e tablet. Alla fine dello scorso anno l’impresa aveva già conquistato 26 paesi offrendo il servizio in oltre 200 città del mondo. In 4 anni è entrata ufficialmente a far parte degli “unicorni”, la denominazione attribuita alle start- up che raggiungono una valutazione superiore al miliardo di dollari. “Tutto ciò che vuoi, consegnato in pochi minuti”. Questo lo slogan di Glovo. Cibo ma non solo. I fattorini, meglio noti come “glovers”, ritirano farmaci, abiti dalla lavanderia, scarpe dal calzolaio e consegnano a domicilio giornali e sigarette.

Ma quanto è cresciuto il settore del delivery in questo anno? Secondo un’analisi di settore il 40% dei nuovi clienti “conquistati” durante la Fase 1 della pandemia non aveva mai utilizzato un servizio di questo tipo in precedenza. E’ ormai risaputo che stiamo vivendo tempi molto singolari. Talmente singolari che Armani, Gucci, Prada, Fendi e molti altri si sono dati alla produzione di camici e mascherine, la Ferrari ha cominciato a realizzare respiratori, la Ramazzotti i gel sanificanti e i ristoratori, anche i più refrattari, a prevedere consegne a domicilio e cibo da asporto. Secondo quanto emerge dal Delivery Report di Glovo se fino a qualche tempo fa le consegne a domicilio venivano considerate la soluzione estemporanea per chi non aveva tempo o voglia di cucinare, oggi il servizio è diventato essenziale e imprescindibile per tutti.

 

I dati
Per capire meglio il fenomeno dobbiamo far ricorso ai dati. Secondo quanto riportato dall’Osservatorio e-commerce B2c del Politecnico di Milano e di Netcomm, nel 2019 è stato il primo comparto del mercato online con un fatturato di 566 milioni di euro. Attualmente nel nostro Paese il settore del Food & Grocery raggiunge un valore di 1,6 miliardi, segnalando dei valori in crescita in tutti i comparti, soprattutto per il Food Delivery con una crescita di 566 milioni (+56%), secondo quanto riportato da Just Eat, uno dei principali servizi di Food Delivery.

Un dato destinato a crescere sempre più, dal momento che solo il 18% del Food Delivery passa attraverso le piattaforme digitali, una cifra decisamente inferiore alla media nazionale di altri Paesi, che dimostra quanto margine di crescita ci sia ancora.

Il Food Delivery è utilizzato soprattutto dai millennials, ma nelle ultime settimane, complice anche il lockdown e l’impossibilità di andare al ristorante, è stato utilizzato anche dalle famiglie. Tendenzialmente le motivazioni che spingono le persone ad ordinare sono legate alla mancanza di tempo e alla comodità di avere i piatti del nostro ristorante preferito a portata di clic.

Durante il lockdown, numerosi intervistati hanno affermato che il Food Delivery fosse un’ottima alternativa all’andare a fare la spesa, limitando il numero di uscite e la possibile esposizione al virus durante le code al supermercato. Secondo l’analisi fatta da SEMrush, la domanda “cena a casa” supera addirittura di quattro volte quella “cena al ristorante”. Un dato molto esemplificativo che dimostra la passione crescente verso il Food Delivery.

 Dati che ben forniscono l’idea di quanto sia importante e cresciuto il settore in questi anni, e soprattutto in questi mesi. D’altronde cosa c’è di meglio di una buona pizza in famiglia, con una partite a carte, magari a scala 40 (scopri quante carte si danno a scala 40) oppure agli altri giochi di società da fare a casa.

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Alberto Lupini


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