Tra eleganza e allegria Gigi Mangia coccola il cliente

Il ristorante Gigi Mangia, nato come locale d’accoglienza, rinomato per l’originale menu, i dolci e i vini di nicchia è diventato per ospiti selezionati; pochi tavoli, dieci, da quattro persone, poco spazio

29 dicembre 2018 | 17:49
di Claudio Riolo
Oltre che accogliente, è molto ospitale; un po’ come stare a casa propria, tanto che si sta bene da soli e si può gustare anche un solo piatto. Non si dimentichi che un ristorante è come una piazza, si ode tutto, tanto che l’esercizio pubblico, durante il ventennio fascista, era considerato l’orecchio del duce. Quindi l’atmosfera è ovattata, ogni tavolo è un’isola.


Gigi Mangia

Le regole di Gigi sono semplici. Per primo, lui c’è e rassicura gli ospiti con la sua bonomia, i divertenti nonsense verbali; secondo: la scelta rigorosa dei buoni cibi semplici; infine i vini di qualità a prezzo contenuto, anche sotto i dieci euro. Vini di tutte le regioni e di altre nazioni. Non si può prescindere dai turisti, che vengono anche da lontano e hanno i loro diritti, desiderano i piatti caratteristici di cui hanno sentito parlare, cercano la proverbiale bonomia siciliana che si aspettano.

Gigi sa che la buona cucina nasce dal rapporto tra l’ospite e il cuoco, com’era in casa un tempo, perché la padrona di casa conosceva i commensali e i loro gusti, a differenza della cucina di strada, che cambia secondo occasione e caso. Gigi va in cucina, prova e, se il piatto va, lo approva.

Molti riconoscimenti - anche quello di piatto dell’anno - ha ricevuto la Cassata di pescespada: fettine di pescespada, tabulè con semola, carote, pomodori secchi, pomodori pachino, piselli, gambero rosso di Mazara, arance, pistacchi di Bronte e mandorle di Avola.

Tra i piatti intramontabili l’Arancina damare, il timballone, la fantasmagorica - ricci con vongole e gamberi - e gli spaghetti di Montalbano, sempre molto richiesti. Secondo stagione e disponibilità del mercato anche Capesante al gratin, Risottino alle verdure, Gamberoni al lardo, Spaghetti alla bottarga di muggine, Sedanini con ragù al forno, Tortino di patate alle olive nere e Polpo marinato.

I dessert più richiesti, opera di Carolina, sono Rosalia, alle arance amare, la Pizzuta, con crema di ricotta e marron glacé, e una Panna salata col sale della miniera di Petralia e il pistacchio tostato. Monumentale carta dei vini con oltre 250 etichette comprese bollicine e 200 distillati. Gigi, è figlio d’arte. Ai primi del ‘900 il nonno gestiva un salumificio a Napoli, vicino alla ferrovia, e poi si trasferì a Palermo. Nel ‘43 la salumeria in centro era già famosa e ricercata. Gigi, aprì il ristorante il 21 marzo 1989.

Per informazioni: www.gigimangia.com

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Alberto Lupini


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