Giro del Golfo in otto giorni: Procida, oasi di bellezza e di cultura

Capitale della Cultura, l’isola delimita a settentrione il Golfo di Napoli. È luogo d’elezione della Dieta mediterranea e offre ottime soluzioni di alloggio, come l’Hotel Ristorante Crescenzo alla Marina di Chiaiolella

08 marzo 2022 | 11:30
di Vincenzo D’Antonio

In poco più di un quarto d’ora, a dare anche con l’orologio l’idea dell’isola che... non si isola e non isola, da Monte di Procida salpando, si arriva a Procida. Il battello attracca al piccolo porto e i sensi già gioiscono. Gli occhi percepiscono l’accoglienza trasmessa dalle graziose e linde case colorate. Le orecchie godono dell’assenza dei rumori della città, pochissime le automobili. Il naso si esalta con i profumi del mare e dei limoneti. Non siamo in vacanza, stiamo vivendo la vita secondo il motto “Yolo”, you only live once (si vive una volta sola). È anche questa la magia di Procida.

Procida è punto limite settentrionale del Golfo di Napoli e dista dai Campi Flegrei meno di quattro chilometri. Contrariamente ad Ischia (che “visiteremo” il terzo giorno) e a Capri (quarto giorno), di cui in stagioni propizie i turisti si appropriano, Procida è sempre e solo dei procidani. Quindi stiamo affermando che a Procida non ci sono turisti? Sì, stiamo affermando, assumendocene responsabilità, esattamente ciò: a Procida non ci sono turisti! Ma con pensioncine ed alberghetti sempre pieni, pullulare di case vacanze e b&b, i traghetti sia da Napoli che da Pozzuoli sempre pieni... come si fa a dire che non vi è turismo? E difatti, non abbiamo affermato che non vi è turismo; abbiamo detto che non ci sono turisti: cosa ben diversa! Date a costoro, questi forestieri che approdano a Procida, il tempo di godere di un tramonto, scoprire i sapori procidani a cena, ammirare il cielo flegreo in una notte se possibile non di novilunio, gioire di un’alba il mattino successivo e della prima passeggiata nelle viuzze del centro e poi vediamo se ancora parliamo di turisti. No, parleremo di temporary islanders (isolani temporanei)!

È tale il fascino dell’isola, è tale la comunicativa schietta e non affettata dei procidani, è talmente “facile” innescare relazioni. Qui la community è composta indifferentemente da procidani e da temporary islanders. I procidani sono ben lieti di vivere nella loro piccola isola di 3 kmq, ma sanno ben vivere sui mari del mondo, del mondo suggendo le sensazioni forti. Fino a qualche decennio fa l’80% degli uomini era “imbarcato” ovvero era marittimo a bordo delle navi mercantili. E chi va in giro per il mare porta storie, vive storie e fertilizza cultura. Procida ha saputo stregare con il suo fascino due artisti così diversi: Alphonse de Lamartine ed Elsa Morante. Dalla penna dello scrittore francese, “Graziella”, ode all’amore, al “primo amore”. Dalla penna di Elsa Morante, Arturo (“L’isola di Arturo”) ode agli amori “difficili”.

 

Cultura e Dieta mediterranea

Nessuna meraviglia, pertanto, che Procida sia Capitale della Cultura 2022. A cederle il testimone è stata Parma. A fine 2022 sarà Procida a cedere il testimone a Brescia e Bergamo. A traguardare fino al 2025, scorgiamo Gorizia Capitale Europea della Cultura. Procida, quindi, con il suo progetto culturale, è la dimostrazione che la cultura alberga anche nei piccoli borghi.

E se volgiamo lo sguardo alla cultura materiale, quella sedimentatasi nei millenni e che nel nostro vivere quotidiano è la cultura del cibo, orbene Procida è luogo d’elezione della Dieta mediterranea. Cucina di mare, con rispetto innato verso la stagionalità dei pesci di cui si ha conoscenza profonda. I procidani sono contadini di giorno e pescatori di notte. Ortaggi saporiti in virtù della natura del terreno: siamo pur sempre nei Campi Flegrei, sebbene da essi separati da una meravigliosa striscia di mare. Ed a proposito di Campi Flegrei (primo giorno del nostro tour vistuale), i vini qui facilmente reperibili sono proprio la Falanghina e il Piedirosso.

Hotel Ristorante Crescenzo

Dormire bene e mangiare bene in un posto solo, praticamente un D&B (dinner & bed, cena e pernotto), alla Marina di Chiaiolella: si alloggia e si cena all’Hotel Crescenzo che, stante l’annesso ottimo ristorante, è un D&B de facto. A cena, cominciamo con l’ottimo antipasto costituito dalle polpettine di pescespada e melanzane. A seguire un sontuoso primo: paccheri alla genovese di polpo con scaglie di Provolone del Monaco Dop. Buoni anche i secondi e i dessert. E non si può mica lasciare quest’isola fatata senza avere assaggiato il dolce tipico: la lingua di bue. La lingua di bue è una pasta sfoglia leggera, ripiena di crema al limone e ricoperta di granella di zucchero. E dove la prendiamo questa lingua di bue? Delizioso il dilemma: al Bar Roma oppure al Bar del Cavaliere. E se la soluzione fosse commutare “oppure” in “anche”?!?

Procida è laboratorio del post pandemia

Procida Capitale della Cultura nell’anno 2022 lancia idea del vivere per gli anni a venire: attenzione massima alla sostenibilità, confidenza acquisita con la digitalizzazione della società, abitudine allo smart working, contaminazioni virtuose con cittadini del mondo erranti per scelta.

 

Hotel Ristorante Crescenzo
Via Marina Chiaiolella 33 - 80079 Procida (Na)
Tel 081 8967255
www.hotelcrescenzo.it

 

Tutte le tappe del tour

1° giorno: Campi Flegrei
2° giorno: Procida
3° giorno: Ischia
4° giorno: Capri
5° giorno: Sorrento
6° giorno: Vesuvio
7° e 8° giorno: Napoli

© Riproduzione riservata


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Alberto Lupini


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