Grand Hotel Convento Ad Amalfi l’ospitalità più genuina

Se la Costiera Amalfitana è apprezzata è merito di due aspetti: le bellezze naturali e il senso dell’ospitalità schietto e genuino. Due peculiarità che si riflettono nel Grand Hotel Convento di Amalfi

21 maggio 2019 | 10:51
di Vincenzo D’Antonio
Un 5 stelle lusso, incastonato ad 80 metri di altezza sulla scogliera. L’articolato plesso nacque come Cenobio nel XIII secolo. Prima i monaci Cistercensi per circa tre secoli e poi nel XVI secolo il Convento venne affidato ai Frati Cappuccini che vi restarono per oltre 2 secoli.



Meritoria, tra le altre, la loro preziosa attività amanuense. Nel 1813, a seguito delle soppressioni dei beni ecclesiastici operate dopo l’occupazione napoleonica, i frati dovettero lasciare il Convento che fu destinato dall’Arcivescovo di Amalfi a locanda di alcuni privati. Nel 1885 il Convento venne utilizzato per la prima volta come albergo. Ed eccoci, non senza peripezie anche negli ultimi decenni dello scorso secolo, all’attuale fulgida ed esemplare situazione. Il plesso è proprietà comunale e la completa gestione alberghiera è della prestigiosa catena mondiale Nh Collection.



La mano pubblica indirizza il gestore privato verso una visione dell’attività alberghiera che consideri anche il ruolo valente da svolgere sul territorio e quindi sulla popolazione amalfitana. La mano privata nella coerenza del perseguimento dell’utile aziendale è permeata dalla sana etica d’impresa: breve la chiusura invernale, svolgimento di eventi fruibili non soltanto dalla cosmopolita clientela, attori del Grand Tour del XXI secolo.



Il più recente di questi eventi aveva come titolo “4 P del food campano”. E quali sono le 4 P del food campano? Il Pane, la Pasta, la Pizza e la Pastiera, ovvero, giammai casualmente, quattro declinazioni del grano. Ed il grano, insieme con l’ulivo e la vite, costituisce la sacra triade del Mediterraneo. Suadente e garbato, spiccata ed evidente la professionalità, fa gli onori di casa il general manager Giacomo Sarnataro, coadiuvato dallo chef Natale Giunta e dal resident chef Claudio Lanuto. All’opera in gaio ed apprezzato show cooking, quattro autorevoli testimonial delle suddette derivazioni del grano. Il maestro panificatore Flavio Gargiulo, docente dell’Università della Cucina Mediterranea, conduce gli ospiti lungo il percorso “Il Pane & Le Focacce 4.0”. Per il pane e le focacce il maestro Gargiulo ha adoperato una selezione di farine di grani emiliani certificati 100% italiani, prodotte da Molino sul Clitunno.



Un effluvio di “P” nella favolosa “Pasta, Patate & Provola di Nennella, fatta dallo chef Daniele Vitiello, patron della storica “Trattoria Da Nennella” di Napoli. Ed ancora da Napoli la bravissima Isabella de Cham che magistralmente prepara le sue gustose e famose Pizze fritte. Dulcis in fundo, la P di Pastiera. La Pastiera in versione amalfitana fatta da un’altra “doppia P”: storica Pasticceria Pansa di Amalfi.



In abbinamento ai piatti della serata, un’altra declinazione di grano, quella della Melphi’s Beer, la birra di Amalfi prodotta, tra l’altro, anche in una versione aromatizzata con il Limone di Amalfi Igp, il cosiddetto inconfondibile “sfusato”.
Già pronto il calendario degli eventi estivi ed autunnali. Particolarmente intriganti due eventi, quello della sera del 20 luglio, a celebrare i 50 anni dallo sbarco dell’Uomo sulla Luna e quello del 9 novembre, a ricordare i 30 anni dalla caduta del Muro di Berlino.

Insomma, un albergo che rifugge dal divenire corpo estraneo sul territorio. Albergo che empaticamente respira l’atmosfera degli amalfitani. Albergo che ha ben chiaro il perseguimento dell’obiettivo della conduzione etica dell’intrapresa. E ci sovviene una lapide ad Amalfi su cui è incisa una commovente frase di un poeta toscano non proprio famoso: "Il giorno del giudizio, per gli amalfitani che andranno in paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri”.

foto: Rosaria Castaldo

Per informazioni: www.ghconventodiamalfi.com

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