Più deroghe agli alberghi termali, ma il covid allontana i turisti

Le strutture termali che rientrano tra quelle in grado di garantire assistenza essenziale ai pazienti possono regolarmente lavorare, ma le camere sono tutte vuote e si inizia a sperare di riprendere con l'Immacolata

02 novembre 2020 | 12:34
Anche gli alberghi delle località termali alzano bandiera bianca e iniziano a sperare nell’immediato futuro. Quello appena finito è stato l’ultimo weekend di lavoro per moltissimi, quasi tutti almeno nella zona veneta dal momento che tra oggi e domani due strutture su tre saranno costrette a chiudere. Diverse le cause, sempre quelle: le restrizioni imposte dal Dpcm che diventeranno sempre più severe e la poca voglia dei cittadini di muoversi, soprattutto in questo periodo con zone rosse e lockdown in vista.


Abano Terme

Nella zona di Abano e Montegrotto la situazione rispecchia quella di inizio marzo quando gli albergatori si sono ritrovati a dover fare i conti con un fuggi-fuggi generale dalla sera alla mattina. «Nell’ultimo weekend - spiega a Il Mattino di Padova Emanuele Boaretta, presidente di Federalberghi Terme - abbiamo avuto le aziende occupate al 15-20%. Da oggi invece si toccherà lo zero o poco più. La speranza è che almeno qualche struttura possa rimanere aperta per dare un segnale di vita alla città. L’obiettivo di tutti è ripartire almeno per l’Immacolata, se i Dpcm lo permetteranno».

La situazione tuttavia è prettamente legata alla scarsa mobilità della gente; in questa situazione poco c’entrano le istituzioni che, al contrario, hanno consentito che le strutture termali che svolgono la funzione di presidio sanitario obbligatorio o che erogano servizi ritenuti essenziali per l’assistenza rimangano aperte. E dalle parti degli stabilimenti Euganei tutto è in regola.

«La gestione dei servizi termali, nella loro interezza - spiega Fabrizio Caldara, direttore centro studi termali Pietro d’Abano - è riconducibile a presupposti sanitari, dai quali non esulano le piscine quando organicamente e funzionalmente annesse al reparto cure. La prestazione termale supervisionata dal direttore sanitario dello stabilimento o dal medico termalista in questo caso è accessoria, sinergica e completare alle prestazioni rientranti nei parametri di assistenza essenziale».

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Alberto Lupini


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