Proposte gourmet e mixology La combo del Giulia Restaurant

Una nuova apertura romana, pensata dall'imprenditore Carlo Maddalena e portata in tavola dallo chef Pierluigi Gallo. Durante i suoi menu degustazione è "proibito" guardare l'orologio

12 marzo 2020 | 15:26
di Mariella Morosi
Passare in una strada e innamorarsi di un edificio storico, una palazzina del Piacentini del 1924 tra via Giulia e Lungotevere dei Tebaldi, e immaginarsi la sede del proprio ristorante. È quanto accaduto all’imprenditore Carlo Maddalena, che dopo tre anni di lavori e rispettosi restyling quel sogno l'ha realizzato. E poiché c'è un filo misterioso che talvolta lega le cose, l'incontro casuale con un giovane chef di talento, Pierluigi Gallo, abruzzese di Vasto, ha chiuso il cerchio. Così è nato Giulia Restaurant. Esperto di ristorazione, Carlo Maddalena l'ha voluto come luogo riservato, con l'atmosfera giusta per affidarsi ad un percorso enogastronomico seguendo il ritmo delle portate.


Da Giulia Restaurant i sapori nella loro essenza

Non si vuole stupire con effetti speciali - anche se poi la sorpresa arriva comunque -, il fine è quello di soddisfare il gusto e, prima ancora, di offrire allo sguardo un campione di bellezza fatto di forme, cromatismi e anche profumi. In altre parole, qui c'è davvero un approccio elegante ad una cucina originale e riconoscibile.

«Quando ho incontrato Gallo, formatosi nelle cucine stellate di Niko Romito e Anthony Genovese e provando i suoi piatti dal sapore netto, avvolgente e di grande impatto - dice l'imprenditore - ho sentito di aver incontrato il compagno giusto per questa avventura». Ma con l’approdo da “Giulia" anche per Gallo c'è stata una svolta: la soddisfazione - e la grande responsabilità - di riscrivere tutta la sua idea di cucina su un foglio bianco.


Pierluigi Gallo

È essenziale la sua proposta, e i sapori - quelli che come afferma restano nella memoria - vengono riportati alla loro essenza grazie alla tecnica sapiente e soprattutto alla passione che lo lega ai fornelli, senza mai guardare l'orologio. Per questo è consigliabile affidarsi completamente al personale di sala che sa raccontare, anticipando e descrivendo quello che verrà servito. Il menu è stagionale con signature dishes che non cambiano perché lo chef sostiene che la percezione di un piatto non è mai la stessa.

Così nello Gnocco Ripieno la salsa cambia in ogni stagione mantenendo il ripieno alle spuntature di maiale. In primavera è con pecorino e fave, in estate con pomodoro e stracciatella, in inverno con puntarelle e alici. Da provare il Senza spaghetti alle vongole, un tortellino di pasta all’uovo con una emulsione di spaghetti al mollusco, in salsa e sgusciati, e prezzemolo. Interessanti il Baccalà con spuma di ventricina, bufala e lattuga oppure il Polpo che viene interpretato stagionalmente con ingredienti diversi come burro, parmigiano, porro e cipollotto. Da non perdere lo Zabaione, una crema dolce e spumosa con tuorli, zucchero e vino liquoroso.


Piatti belli e buoni, certamente, ma con un ingrediente in più: l’emozione di crearli, per se stesso e per chi li gusterà. In primo piano viene posto l’utilizzo di materie prime di facile reperibilità e freschezza e a volte poco usuali, come la carne di asino, riscoprendo culture tradizionali. C'è il pecorino abruzzese “Di Gregorio”, le farine per il pane fatto in casa della Sicilia, della Campania e dell’Abruzzo, la pasta “Gentile” e le carni vengono da allevamenti selezionati, come l’asino ragusano biologico e il piccione. Il pane, in quattro tipologie diverse con lievito madre, è sempre fatto in casa così come la pasta fresca.

Il responsabile della mixology è Gianluca Storchi e quello della carta dei vini Fabio Romolo Buratti che propone una selezione di vini non convenzionale e attenta alle piccole realtà enologiche italiane e francesi. Dietro il bancone in legno che attraversa l’ala principale fino alle cucine, Storchi è pronto a soddisfare le esigenze degli ospiti, offrendo proposte dall’aperitivo al dopocena, passando anche per bilanciati abbinamenti con i piatti dello chef. Protagonista assoluto della carta dei drink è il Negroni Balsamico, un classico ma con una piccola aggiunta di amaro e servito con una leggera affumicatura di radice di rabarbaro.


Gli interni del Giulia Restaurant

«Amo molto i distillati puri», dice il bartender che firma la carta dei drink come un omaggio ai grandi maestri della mixology, come Douglas Ankrah, ideatore del Pornstar con cui ha lavorato a Londra. Usa pochi ingredienti e anche la frutta ma mai in modo invasivo. Tra i classici reinterpretati c'è l’Excelsior Special a base di Vermouth Dry, Vermouth Rosso e Campari e il Pornstar Martini con Martini e Champagne, con Passion Fruit e vaniglia. Insieme al cocktail c’è sempre un amuse bouche con l’aperitivo o un petit four per il dopo cena.

Giulia Restaurant accoglie i suoi ospiti per pranzo, merenda, aperitivo, cena e dopo cena. Al pomeriggio una selezione di thè e tisane, succhi e centrifughe viene proposta con l’accompagnamento di pasticceria artigianale. L'arredo è piacevolmente rilassante, tra poltrone colorate, mobili in legno, lampadari di cristallo d’epoca e colonne d'oro che contrastano con le travature di ferro e richiami industriali.

Per informazioni: www.giuliarestaurant.it

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Alberto Lupini


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