Il ristorante Kemonia ricorda l’antica e ricca città fenicia

Kemonia era un fiume dell’età fenicia che delimitava la città di Palermo; dà nome alla sala arredata in stile Liberty e riservata all’elegante ristorante, ampio, comodo e tranquillo

16 dicembre 2019 | 09:50
di Claudio Riolo
La vita del Grand Hotel Piazza Borsa ruota intorno allo splendido chiostro dell’antico convento. Al centro una fontana contornata da tavolini e poltroncine, ai quattro lati un sontuoso porticato. Tre piani con finestre e balconcini antichi, tutti rischiarati dal sole; una copertura si chiude in caso di maltempo. Il chiostro è ideale per pranzi eleganti, ricorrenze, cerimonie, aperitivi e caffetteria, quattro chiacchiere in relax. All’interno un bar raccolto, stupendamente arredato.


Risotto con crema di sparacelli e calamaretti

Kemonia era un fiume dell’età fenicia che delimitava la città appena sorta e ora è interrato; dà nome alla sala arredata in stile Liberty e riservata all’elegante ristorante, ampio, comodo e tranquillo. La cucina dello chef Gioacchino Guddo, palermitano, raccoglie gli stimoli della grande hotellerie francese e internazionale; la cucina del mondo è impreziosita dalla sua creatività. Il menu accoglie al meglio i desideri dei commensali riuniti per un semplice incontro a quelli accomunati da una cerimonia. Ricco di tipicità consuete o più rare, propone anche i piatti più sontuosi dell’Europa culinaria.

Il menu cambia stagionalmente. Segnalo a titolo d’esempio: carpaccio di scottona, tartufo nero con melagrana, insalatina e spuma di grana; fresco di mare marinato con lime e frutti di bosco; pappardelle di pasta fresca con ragù di cinghiale, funghi e provola nostrana; risotto con crema di sparacelli e calamaretti; trancio di ombrina, filanger di carciofo e vellutina di topinambur. Buona la carta dei vini.


Aperitivo nel chiostro

Direttore dell’albergo è Giovanni Pizzo, napoletano con consolidata esperienza che gli permette di gestire al meglio un luogo affascinate con cinque secoli di storia. Al cinquecentesco convento si aggiunse nel primo ‘700 l’attiguo palazzo principesco e con l’Unità d’Italia la Cassa di Risparmio acquisì tutti gli immobili. Sarà l’architetto Ernesto Basile, con le officine Ducrot, a realizzare la trasformazione architettonica nel segno del Liberty. Ai nostri giorni la società Costa degli Ulivi Hotels ha realizzato un albergo di prestigio. In pieno centro storico l’albergo gode di un’invidiabile tranquillità, nella ritrovata atmosfera Belle Époque. 127 camere affacciate su scorci della città, quattro ascensori, tre sale per colazione, quattro bar di cui uno raccolto e delizioso che ospita periodicamente il Caffè Letterario.

Per informazioni: piazzaborsa.it/ristorante

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