Tocco di Sicilia in Irpinia Da Marennà, la cucina di Barrale
Verde è il cuore della Campania. E questo cuore verde, tra dolci colline e austeri picchi montani, è l’Irpinia. Irpinia, terra di grandi vini. Tre delle quattro Docg campane, difatti, sono in territorio irpino
06 maggio 2018 | 14:07
di Vincenzo D’Antonio
Paolo Barrale
Pareti di vetro, terrazzo solarium, ondoso mare verde, il verde dei monti Irpini. L’ambiente è elegante, confortevole, tavoli ben distanziati tra loro, cucina a vista. Si susseguono i welcome dalla cucina con finger food arditi per quanto originali e, suadente omaggio alla sua Sicilia, una Tartelletta alla Norma davvero squisita.Nei calici dapprima il Dubl da uve falanghina e poi a tutto pasto, grande scoperta, il nuovo rosato fatto da Feudi di San Gregorio: Visione, da uve aglianico. Di grande bontà le pizzette al pomodoro ed i babà salati. Giungono in tavola gli antipasti, auguste rivisitazioni del cuoco Paolo che di suo immette estro e tecnica. Gamberi, panna piselli prosciutto; carciofo, scampi e gelato alle alici.
Risotto al nero, seppie, piselli, cocco e mandarino
Due ottimi primi: Risotto al nero, seppie, piselli, cocco e mandarino. Tavolozza di sapori, cromatismi, effluvi di aromi. Il cuoco conferma la sua grande maestria nel solleticare percezioni che seguono il percorso Ovg. Ovvero prima giunge la percezione olfattiva, poi la gioia per gli occhi (vista) e poi, a sublimare il tutto e a dare piacevolezza somma, la gioia per il palato (gusto).
Tale percorso, già palese con il risotto, trova conferma anche con il secondo primo: Tagliolini alle olive itrane, ragù di coniglio all’ischitana, santoreggia e maggiorana. Le erbe aromatiche crescono lungo i viali che delimitano la stupenda struttura aziendale. Gradevolissimo, il secondo: Maialino nero, mela annurca radicchio e carcadè. La disinvoltura con la quale Paolo gioca con la sua Sicilia costiera e con i monti del mezzogiorno peninsulare (Lucania e Calabria oltre ad Irpinia e Sannio) palesano verità talvolta nascosta: l’Appennino è la montagna del Mediterraneo.
Tagliolini alle olive itrane, ragù di coniglio all’ischitana, santoreggia e maggiorana
Si conclude, pertanto, con l’eccellente creazione dolce di Paolo: Pastiera scomposta, trionfo del già citato originale percorso Ovg. Con la pastiera, a concludere pranzo memorabile, in appropriato calice il Privilegio, da sole uve appassite di Fiano: perfetto l’abbinamento. Mirate proposte di menu degustazione completano l’offering. Marennà, una stella Michelin, è il posto buono, il posto giusto per non frettolosi pranzi e per meravigliose cene. In voluto understatement di comunicazione, alcune confortevoli camere affinché le poche curve che riportano a valle si possano affrontare dopo riposo notturno. E davvero di Paolo Barrale si può dire che se è vero come è vero che è andato via dalla sua Sicilia, mai la sua Sicilia è andata via da lui.
Per informazioni: www.marenna.it
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