Tutto il gusto della cucina in alta quota Al Rifugio Pirlo bolliti, polenta e… il Pirlo
“Bevi il Pirlo al Pirlo” non è un gioco di parole. Si tratta di un aperitivo che, del tutto casualmente, prende il nome dal Rifugio dedicato al Tenente medico Luigi Pirlo, caduto in Grecia nella Seconda guerra mondiale
20 dicembre 2018 | 10:55
di Renato Andreolassi
Di contorno spinaci, patate e l’immancabile polenta; per finire tre tipi di torte rigorosamente casalinghe: marmellata di albicocche e amaretti, frutti di bosco, cioccolata. Poco più di 15 euro, compreso acqua, vino, caffe e ovviamente il “Pirlo” che è una sorta di spritz alla bresciana: vino bianco Lugana, Campari (è ammessa una variante con l'Aperol) e un po’ di seltz (in quota basta l'acqua minerale gassata).
Cucina onesta, sincera fatta da volontari e che non ha nulla da invidiare a trattorie rinomate. Prodotti del territorio che in quota guadagnano in qualità. Certo, è necessario moderare la quantità altrimenti la discesa diventa una sorta di gimkana fra pietre, ruscelli, alberi caduti a causa del maltempo nei mesi scorsi.
Ma vale la pena salire al rifugio perché nonostante i 50 anni di vita è sempre in ottime condizioni ed è ospitale e accogliente anche in questa stagione. Apre solo nei fine settimana. E poi lo spettacolo è incomparabile: la vista spazia sulle cime lombarde, venete e piemontesi e si percorre una mulattiera costruita dagli Alpini durante la Prima guerra mondiale.
Un modo per ricordare, nell'anno che sta per chiudersi, umili e spesso dimenticati eroi della Grande Guerra combattuta 100 anni fa anche su queste montagne.
Per informazioni: www.rifugi.lombardia.it
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Alberto Lupini