Germania, il nuovo Governo punta su energia all'idrogeno e salario minimo da 12 euro l'ora

15 ottobre 2021 | 17:10

Accordo trovato «su un documento sulla base del quale è possibile costruire un governo»: lo ha detto il candidato alla cancelleria dell'Spd Olaf Scholz, annunciando l'accordo tra i partiti per fare un governo e il passaggio alla fase delle trattative di coalizione con Verdi e Liberali.

«Siamo convinti di poter concludere un accordo di coalizione ambizioso e sostenibile», ha aggiunto Scholz. Il leader non è sceso nei dettagli circa gli aspetti dell'accordo che riguardano le finanze pubbliche.

«Per il mantenimento degli obiettivi climatici è necessaria un'uscita anticipata dall'energia a carbone. Idealmente dovrebbe avvenire già entro il 2030»: è quanto prevede il documento con i punti essenziali dell'accordo di coalizione, citato da Dpa. L'obiettivo dell'uscita dal carbone entro il 2030 è sempre stato tra gli obiettivi del partito dei Verdi, mentre per socialdemocratici e Liberali non era un tema. La Germania al momento ha concordato l'uscita entro il 2038. Pronti investimenti massicci sull'idrogeno.

Il salario minimo a 12 euro è tra i punti salienti dell'accordo. Si tratta di uno dei punti-bandiera portati avanti in campagna elettorale dal partito socialdemocratico. Lo riporta Handelsblatt. I tre partiti hanno anche concordato di volere eliminare progressivamente il contributo a carico dei cittadini sull'elettricità prodotta da fonti rinnovabili secondo la legge EEG. «In questo modo, stiamo riducendo i costi dell'elettricità per le famiglie e le imprese» si legge nel documento riportato da Dpa. La politica di alleggerimento fiscale è stata portata avanti in campagna elettorale dai liberali di Christian Lindner.

Non introdurremo nuove tasse «e non aumenteremo le tasse come l'imposta sul reddito, sulle società o l'Iva» è scritto nel documento. Non ci saranno nemmeno sgravi fiscali per i redditi più bassi come proposto da Spd e Verdi. È il compromesso raggiunto per arrivare ad un accordo con i Liberali, da sempre contrari ad un aumento della pressione fiscale. «Gli investimenti futuri saranno fatti all'interno della cornice giuridica del freno al debito», si legge ancora nel comunicato.

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Alberto Lupini


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