Vendite al dettaglio giù ad aprile. Cresce solo l’alimentare

08 giugno 2021 | 12:52
Segno meno per le vendite al dettaglio: ad aprile 2021 le vendite al dettaglio segnano un calo rispetto al mese precedente pari a -0,4% in valore e -0,5% in volume. Le vendite dei beni alimentari sono in aumento (+1,0% in valore e in volume) mentre calano quelle dei beni non alimentari (-1,5% in valore e -1,7% in volume).




Rispetto ad aprile 2020, le vendite al dettaglio aumentano del 30,4% in valore e del 31,5% in volume. Lo comunica Istat. Nel trimestre febbraio-aprile 2021, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio aumentano del 4,3% in valore e in volume.

L'Istat osserva che «ad aprile 2021 emerge un lieve ripiegamento congiunturale delle vendite al dettaglio che segue la stagnazione del mese precedente», quando le vendite avevano segnato un calo dello 0,1% in valore rispetto a febbraio e un aumento dello 0,1% in volume. «Negli ultimi due mesi il risultato congiunturale complessivo è stato sostenuto dall'andamento positivo del comparto alimentare, mentre quello dei beni non alimentari ha contribuito negativamente».

«Il fortissimo incremento tendenziale che si osserva per quasi tutti gli aggregati - commenta l'istituto di statistica - è ovviamente il risultato del confronto con le vendite di un mese, l'aprile dello scorso anno, caratterizzato dalle estese chiusure dovute alle misure di contrasto all'emergenza sanitaria».

Tra i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali positive per tutti i gruppi di prodotti. Gli aumenti maggiori riguardano Mobili, articoli tessili, arredamento (+653,0%) e Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+431,3%), mentre per i Prodotti farmaceutici si evidenzia la crescita di minore entità (+6,0%). Rispetto ad aprile 2020, il valore delle vendite al dettaglio aumenta in tutti i canali distributivi: la grande distribuzione (+22,8%), le imprese operanti su piccole superfici (+38,1%), le vendite al di fuori dei negozi (+61,0%) e il commercio elettronico (+35,2%).

«Gli aumenti a tre o a due cifre registrati per molti segmenti del non alimentare vanno considerati sostanzialmente come un effetto statistico, dato il confronto con un mese di blocco totale. Questi aumenti, piuttosto prevedibili, hanno solo in minima parte attenuato le ingenti perdite registrate da marzo del 2020: per l’abbigliamento e le calzature, le vendite dei primo quadrimestre sono inferiori di oltre il 33% rispetto allo stesso periodo del 2019», è stato il commento di Confcommercio.


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Alberto Lupini


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