L'embargo della Russia ai prodotti made in Italy costa 1,4 miliardi di euro

26 agosto 2021 | 15:46

Le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Russia hanno perso 1,4 miliardi negli ultimi 7 anni a causa dell’embargo deciso da Putin con il decreto n. 778 del 7 agosto 2014 che tuttora colpisce una importante lista di prodotti europei con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, come ritorsione alle sanzioni dell’Unione Europea. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della visita a Roma del ministro degli esteri russo Sergey Lavrov per incontri con il premier Mario Draghi e il ministro degli Esteri italiano, Luigi di Maio sulla situazione internazionale e sui rapporti fra i Paesi del G20.

Una visita che arriva a poche settimane dalla decisione del Consiglio Ue di prorogare di ulteriori sei mesi, fino al 31 gennaio 2022, le sanzioni per la destabilizzazione dell’Ucraina nei confronti di Mosca che, a sua volta, da sette anni risponde con un embargo commerciale che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia di diversi prodotti presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura.

L’inizio del disgelo tra Biden e Putin – continua la Coldiretti – aveva fatto sperare in una ripresa delle relazioni in un momento difficile per l’economia a causa della pandemia Covid e anche la visita di Lavrov in Italia – auspica Coldiretti – può diventare l’occasione per rafforzare la via del dialogo su più livelli.

Anche perché al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si aggiunge – continua la Coldiretti – la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy, realizzati in Russia come parmesan, mozzarella, robiola, o nei Paesi non colpiti dall’embargo come scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano, parmesan e gorgonzola di produzione Svizzera e parmesan o reggianito di origine brasiliana o argentina. In difficoltà – conclude Coldiretti – anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali.

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Alberto Lupini


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