In 20 anni l'Italia ha perso 2,5 milioni di giovani lavoratori
In Italia il lavoro non sembra essere una cosa per giovani. A dirlo sono i dati diffusi da Confcommercio che sottolinea come, dal 2000 al 2019 le persone occupate nella fascia compresa fra i 15 e i 34 anni sono diminuite di due milioni e mezzo di unità. E la metà di loro sono rimasti con le mani in mano: non cercano più lavoro né studiano; i cosiddetti Neet.
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Tra il 2004-2019, inoltre, si riducono di oltre un quarto i giovani lavoratori dipendenti (-26,6%) e risultano più che dimezzati gli indipendenti (-51,4%). Calano anche le imprese giovani: -156mila. Mentre sono 345mila i giovani espatriati negli ultimi 10 anni.
«Il sostegno alle imprese giovanili rende più robusta, diffusa e duratura la crescita economica. Per questo è fondamentale utilizzare al meglio le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinate ai giovani, soprattutto per quanto riguarda formazione, incentivi e semplificazione burocratica. Favorire nel nostro Paese l'imprenditoria giovanile è la risposta più efficace alle sfide della competizione internazionale e della globalizzazione», ha affermato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.
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Alberto Lupini
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