Boom dell'export per il made in Italy: +25% in Gran Bretagna, +19% negli Usa

07 luglio 2022 | 10:31

Sotto la spinta dell’euro debole con un balzo del 19% è record storico per le esportazioni agroalimentari made in Italy nel 2022, con oltre un terzo del valore che viene realizzato fuori dai confini dall’Unione Europea. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti dell’andamento dell’euro ai minimi da 20 anni sul dollaro, sulla base dei dati Istat sul commercio estero relativi al primo quadrimestre dell'anno.

Nonostante i mesi di guerra le esportazioni alimentari nazionali sono addirittura in aumento sul record annuale di 52 miliardi fatto registrare nel 2021 con i Paesi fuori dall’area Euro che – sottolinea la Coldiretti - fanno segnare le migliori performance, anche se a preoccupare è l’aumento esplosivo dei costi di produzione determinati dai rincari per l’import energetico.

Un vero boom – precisa la Coldiretti – si è verificato nel Regno Unito con un +25% che evidenzia come l’export tricolore si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue mentre gli Stati Uniti mettono a segno un tasso di crescita del 19% e si classificano al terzo posto tra i principali clienti mondiali del Made in Italy a tavola. Buoni risultati – continua la Coldiretti - si registrano però anche nell’area euro con la Germania che è il principale mercato di sbocco in aumento del 12’%, davanti alla Francia, in salita del 18%.

A trainare la crescita del Made in Italy nel mondo – sostiene la Coldiretti – ci sono prodotti base come il vino che guida la classifica dei prodotti Made in Italy più esportati seguito dall’ortofrutta fresca.

«Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy il vantaggio competitivo temporaneo determinato dal tasso di cambio, serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo», sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export. «Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell’ICE e con il sostegno delle ambasciate», conclude Prandini. 

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Alberto Lupini


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