Un anno dal primo caso di Peste suina. Assica: «Servono fondi»

09 febbraio 2023 | 15:15

È passato un anno dalla comparsa della peste suina sul territorio nazionale e «la situazione dimostra di essere stata fin qui ben gestita. Governo, Regioni, Commissario Straordinario e aziende hanno fatto in questi mesi la loro parte: chi coordinando l'attività a livello centrale e destinando risorse all'attività del Commissario, chi intervenendo con fondi a sostegno di iniziative di contenimento della fauna selvatica e di supporto alle aziende in difficoltà, chi mettendo in essere misure più rigide di biosicurezza, decisamente ben al di là dei requisiti normativi e funzionali a ridurre la diffusione di una malattia che per quanto non pericolosa per l'uomo risulta comunque estremamente contagiosa per gli animali e purtroppo ancora priva di cure e vaccini».

Lo afferma, in una nota, l'Assica, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, l'organizzazione nazionale di categoria che, nell'ambito della Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine «Siamo lieti che le azioni messe in campo dall'innalzamento di recinzioni di contenimento allo svolgimento di mirati abbattimenti selettivi abbiano fin qui messo in sicurezza la suinicoltura nazionale - dichiara Ruggero Lenti presidente Assica - evitando che i contagi giungessero in zone a più alta intensità di capi suini allevati e di stabilimenti produttivi di carni e salumi, aree in cui i danni sarebbero stati inimmaginabili e molto onerosi da indennizzare».

Le zone finora colpite dalla malattia infatti sono limitate ad alcuni comuni tra Piemonte e Liguria e ad alcuni territorio del Lazio, aree in cui per fortuna sono presenti pochi allevamenti suinicoli, ma che confinano con zone geografiche storicamente vocate alla suinicoltura e in cui si concentrano oltre i due terzi dei suini allevati in Italia, base per la produzione dei pregiati salumi Dop come il Prosciutto di Parma e il Prosciutto di San Daniele.

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Alberto Lupini


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