La Conpait punta sull’etica e sul valore della professione

12 dicembre 2016 | 12:32
di Federico Anzellotti
Tra le sfide che attendono la Conpait per il prossimo anno c’è sicuramente il riconoscimento della figura professionale del pasticcere. Abbiamo avviato questo dibattito nel corso di un convegno (“La pasticceria italiana in Italia e nel mondo. Da Expo 2015 a Expo 2020: Milano Dubai”) che si è svolto in Senato a Roma e dove abbiamo ottenuto già dei primi risultati. A gennaio ci sarà un primo tavolo tecnico in Parlamento per procedere a livello normativo con il riconoscimento di una figura professionale sempre più richiesta in Italia e all’estero.



Ma la pasticceria è un orgoglio nazionale da tutelare, perché non c’è una qualifica di pasticcere riconosciuta da un ente pubblico. In Italia infatti chiunque può aprire una pasticceria senza nessuna formazione, generando un sistema che non solo penalizza la professionalità e mortifica la competenza, ma, soprattutto, non tutela i consumatori. La qualità passa insomma attraverso la formazione, ecco perché Conpait ha da tempo siglato con CastAlimenti, e ora anche con l’Università dei Sapori di Perugia, degli accordi per spingere sulla leva dell’alta formazione.

Come Conpait abbiano cercato di tracciare un percorso formativo, anche partendo dagli istituti alberghieri, perché non esiste neanche un insegnamento né una classe di concorso per insegnare pasticceria nelle scuole italiane. Ecco perché abbiamo siglato con gli istituti secondari un protocollo d’intesa che consenta a Conpait di formare i docenti delle scuole superiori. Il primo esperimento in Italia è stato avviato con l’Istituto alberghiero De Cecco di Pescara e partirà a breve.

Altra sfida che attende la Confederazione pasticceri italiani riguarda un progetto etico in cui crediamo molto: avviare dei laboratori di pasticceria nelle carceri italiane. È una forma di inclusione sociale che ha incassato anche il consenso della Senatrice Federica Chiavaroli, sottosegretario alla Giustizia, la quale ha annunciato l’avvio di un progetto pilota a marzo, che potrebbe partire dall’Abruzzo, per insegnare ai detenuti a diventare pasticceri.

Un altro obiettivo da raggiungere per la Conpait è il riconoscimento del panettone come dolce tipico d’Italia, che ha avuto la meglio sul tiramisù, e al Sigep di fine gennaio debutterà ufficialmente. Parlando infatti di internazionalizzazione e promozione del Pastry made in Italy è emersa la necessità di avere un dolce che rappresenti l’Italia nel mondo e il panettone è risultato il dolce che mette tutti d’accordo e che, soprattutto, all’estero si mangia tutto l’anno. E a proposito, buon anno a tutti i lettori!

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