Fipe teme la lotteria degli scontrini «Proroga di sei mesi o sarà il caos»

La Federazione italiana pubblici esercizi è preoccupata per l’entrata in vigore a gennaio del provvedimento studiato per combattere l’evasione

18 novembre 2019 | 10:35
La lotteria degli scontrini è stata istituita dalla L. n. 232/2017 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017). Il provvedimento ha previsto la possibilità di partecipare all'estrazione a sorte di premi attribuiti nel quadro di una lotteria nazionale. Il tutto per incentivare i gestori dei locali e i clienti a emettere e richiedere scontrini fiscali come arma contro l’evasione.


L'entrata in vigore dovrebbe essere gennaio 2020

La macchina dovrebbe mettersi in moto a gennaio 2020, ma Fipe - Federazione italiana pubblici esercizi, chiede una proroga: «Se si partisse dal primo gennaio con la lotteria degli scontrini - osserva Roberto Calugi, direttore generale di Fipe - sarebbe il caos, soprattutto nei bar. Prorogare le sanzioni per i locali non in regola è necessario ma non sufficiente: è indispensabile che l'avvio dell'intero progetto venga fatto slittare di almeno sei mesi. Contemporaneamente, sarebbe auspicabile rivedere al ribasso le sanzioni».

«L'esigenza condivisa di dare risposte concrete nel contrasto all'evasione fiscale - aggiunge il direttore - può e deve essere l'occasione per una modernizzazione anche dei locali, ma bisogna dare il tempo a tutti i gestori di dotarsi dei dispositivi elettronici che permettano di acquisire automaticamente i codici fiscali, senza doverli digitare a mano. Altrimenti all'avvio del progetto si scatenerebbe il caos. Chiunque, infatti, anche dopo aver consumato solo un caffè al bar, potrà richiedere di partecipare alla lotteria degli scontrini. Pensate alla confusione che si genererebbe nelle ore di punta al mattino se i gestori dei locali fossero costretti a inserire a mano i codici fiscali di ciascun cliente. I sistemi presenti attualmente nella maggior parte dei bar, infatti, non solo impongono di digitare manualmente i codici fiscali, ma non sono nemmeno in grado di conservarli in memoria. Ciò significa che ogni cliente dovrebbe fornire il proprio documento ad ogni singolo acquisto nello stesso locale. Una complicazione insostenibile sia per i gestori che per i consumatori. Per questo una proroga di almeno sei mesi dell'avvio dell'intero progetto non è solo è auspicabile, ma necessaria. Ci auguriamo che in Parlamento si possa trovare un’intesa il più ampia possibile su questo punto».

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Alberto Lupini


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