I pizzaioli vogliono la patente europea «Senato sordo, chiederemo all’estero»

20 luglio 2015 | 12:17
Una patente europea anche per i pizzaioli. È questa la richiesta di Enzo Prete, presidente dell'Associazione maestri d'arte ristoratori pizzaioli (Amar), che chiede adeguato riconoscimento, da parte dell’Unione europea, per un’arte che si tramanda da secoli e per cui è doveroso avere una preparazione professionale che sia certificata ufficialmente da una Pep, ovvero Patente europea per pizzaioli. Come riporta l'Ansa, in Senato è già stato presentato un ddl dal senatore Pietro Iurlaro, in cui si perora la causa dell’antica arte di preparare la pizza.



Secondo quanto proposto nel disegno di legge, l’ultimo di una lunga serie rimasti accantonati al Senato, “cestinati”, l’aspirante pizzaiolo che volesse ottenere la Pep e l'abilitazione all'esercizio della professione, dovrebbe frequentare un corso riconosciuto di almeno centocinquanta ore, articolato secondo un preciso piano di studi con settanta ore di pratica in laboratorio, venticinque ore di studio di una lingua straniera, trenta ore di lezione di scienze dell’alimentazione e venticinque ore di igiene e somministrazione di alimenti.

«La preparazione della pizza è un'arte - si legge nella proposta - che si tramanda ormai da secoli ed è giusto che una tradizione così antica possa perpetuarsi attraverso una preparazione specialistica che formi dei maestri pizzaioli, veri professionisti del settore. È pertanto auspicabile che l'Italia, così all'avanguardia nella certificazione della qualità e del controllo dei suoi prodotti alimentari più tipici, possa introdurre una regolamentazione della figura professionale del pizzaiolo attraverso la creazione di un apposito albo di categoria e istituzione di una patente europea pizzaioli».

Non è la prima volta che viene proposta in Senato l’attuazione di una legge per regolamentare la professione del pizzaiolo, sempre più diffusa e copiata al punto da aver perso in molti locali la sua originalità e bontà. «La crescente improvvisazione di operatori del settore, non adeguatamente formati, va a discapito della qualità made in Italy e soprattutto della salute», osserva il presidente dell'Amar. Lo stesso ha fatto presente in una lettera a parlamentari e governo che, data l’indifferenza totale protrattasi negli anni rispetto alla richiesta di una Pep, «siamo costretti nostro malgrado a proporla fuori dai nostri confini nazionali. Una bozza è pronta da presentare all'estero. Per scongiurare ciò è necessaria una risposta urgente alla nostra proposta».

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Alberto Lupini


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