Q33, intensità e contaminazioni In cucina Alessandro Garzillo
Alessandro Garzillo da un paio di mesi è l’executive chef di Q33, ristorante di Al Castello, resort con spa a Sillavengo (No), in origine dimora del casato Caccia Dominioni e oggi parte del gruppo Rialma Hotels
08 febbraio 2019 | 17:07
di Gabriele Ancona
Alessandro Garzillo
Garzillo, madre belga, parla francese e non ha avuto difficoltà ad ambientarsi e ad essere accolto nelle cucine di Ducasse a Montecarlo e della famiglia Troisgros a Roanne, «senza essere relegato all’esclusiva pelatura di patate». A 19 anni è alle Bahamas, al Cafè Matisse, dove approfondisce ingredienti e culture nuove. Ventunenne è con Enrico Derflingher a Roma alla Terrazza dell’Eden, a cui fanno seguito i galloni della brigata del primo Cracco (Peck).
Nel 2007 apre il suo ristorante, la Locanda del lago a Ternate (Va). Dopo un anno è già in arrivo una stella Michelin. «Non l’ho ritirata – commenta – perché sapevo che avrei chiuso l’attività». Grande successo di critica, meno di pubblico. Essere imprenditori non è cosa facile. Tra le altre esperienze, è a Milano al Gold Dolce&Gabbana, al Gallione di Bodio Lomnago (Va) e di nuovo nel capoluogo lombardo, chef del Valentino Vintage fino allo scorso dicembre, quando viene chiamato a guidare la brigata del ristorante Q33 al Castello di Sillavengo.
«Qui - spiega - sviluppo una cucina della tradizione novarese-piemontese influenzata dalle diverse culture gastronomiche che ho assimilato nel mio percorso. Mi piacciono le contaminazioni garbate, come i contrasti dolce/salato e morbido/croccante. Non amo caricare i piatti di troppi elementi».
La carta, che segue un andamento stagionale, può contare su una cantina che conta circa 140 etichette, di cui il 30% del territorio. Nel corso della nostra visita Garzillo ha proposto un menu degustazione con una rivisitazione del cappon magro, con pesce persico, salsa verde e uova di quaglia, seguito da Battuta di manzo piemontese - «di un macellaio artigiano innamorato della carne» - con spuma di robiola di Roccaverano. Esaltazione del tipico con i Ravioli (pasta all’uovo solo di tuorlo) di Gorgonzola Dop su crema di noci e ristretto al Nebbiolo, per passare alle contaminazioni con il Risotto ai gamberi rossi di Mazara con riduzione di lime, menta e Champagne. Tradizione e stagionalità in primo piano con il Filetto di maialino al moscato, prugne, castagne e patate e il Bonet in chiusura.
Una cucina dove i singoli ingredienti si fanno sentire, gregari importanti della materia prima che anima la ricetta. Un’impostazione chiara, senza eccessi. Come sarebbe piaciuto al “maestro”.
Per informazioni: www.alcastello.it
© Riproduzione riservata
• Leggi CHECK-IN: Ristoranti, Hotel e Viaggi |
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini